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VERSO UN NUOVO SHOCK PETROLIFERO ?

Economia&Finanza / 52

VERSO UN NUOVO SHOCK PETROLIFERO ?

di Mario Travaglini

L’allineamento del prezzo del petrolio all’inflazione permette di rendersi conto che in 160 anni di storia il barile ha superato la soglia dei 100 dollari solo in tre occasioni . Più precisamente i fatti sono stati i seguenti :

  • nel 1864, per effetto dell’abbandono della tecnologia arcaica e della conseguente crescita della domanda;

  • nel 1980, a causa della guerra tra produttori in un’area strategica;

  • nel 2008, a causa del picco della produzione di petrolio convenzionale.

Dopo tale data,in ambito di economia macro, vennero condivise due conclusioni .

La prima : che qualora il prezzo del petrolio avesse ancora superato la soglia dei 100 dollari, la causa sarebbe stata da attribuire ad un importante cambiamento strutturale legato probabilmente al picco della produzione. Esattamente quello che sta accadendo in questi giorni. Ecco perché quest’anno potrebbe essere la quarta volta che ciò accade.

Ci siamo ? Chi può dirlo ? A mio parere nessuno, anche perché, come si può notare nel grafico, anche se il prezzo del barile è oggi sopra i cento dollari non è detto che la media annuale rilevabile al 31 dicembre 2022 rimanga sopra detta soglia.

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La seconda : che la prossima crisi sarebbe arrivata in un periodo di tempo più breve della precedente.

1864-1980 : 116 anni

1980-2008 : 28 anni

2008-2022 ? : 14 anni ?

Noterete che il tempo tra ogni picco si è ridotto passando da 116 anni a 28 anni… e ora a 14 anni (potenzialmente): a fine 2022  lo scopriremo.

Tuttavia è interessante ricordare come nel 2008 i media spiegavano questo aumento con la speculazione, oggi con la geopolitica. Il punto più importante, però, è che le cause di queste due “febbri” petrolifere sono strutturali e non cicliche. Il settore petrolifero vive da più di un decennio un sotto-investimento cronico, in un periodo che, al contrario, ha richiesto sforzi finanziari ingentissimi, a causa del picco del petrolio convenzionale dal 2008. La crisi del Covid è in definitiva il colpo di grazia, arrivato a fronte di investimenti inadeguati. C’era un bisogno significativo di capitale per sviluppare petrolio convenzionale e soprattutto non convenzionale (sabbie bituminose, petrolio extra-pesante, scisti bituminosi, ecc.) ed altre fonti energetiche (nucleare, etc etc.). Questo è il motivo per cui oggi non c’è produzione in eccesso disponibile per calmare questo aumento. Petrolio e combustibili fossili sono settori da cui gli investitori stanno fuggendo a causa del riscaldamento globale, ma ciò che ancora oggi fa girare il mondo sono, purtroppo, i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) che nel 2020 rappresentavano ancora circa l’83% del consumo globale di energia primaria. Se era impossibile prevedere la causa ed il momento esatto dell’attuale ascesa (guerra, OPEC, politica etc.) era del tutto prevedibile che qualcosa sarebbe accaduto in tempi brevi, soprattutto in considerazione del fatto che la situazione è da lungo tempo strutturalmente critica. Un fatto che mi sembra ormai inevitabile è che sul petrolio si stanno manifestando tutti i segni di una tempesta perfetta perché quello non convenzionale che lo dovrebbe sostituire ha bisogno di ingenti capitali (che non ci sono), di complesse conoscenze tecniche (che, almeno per il momento, non ci cono) ed è ad alta intensità energetica in quanto produce maggiori emissioni di CO2 .

Dobbiamo renderci conto che non sarà possibile abbandonare i combustibili fossili tanto rapidamente, anche se avessimo la bacchetta magica, e rassegnarci ad una volatilità dei prezzi sempre crescente, indipendentemente dall’entità della transizione energetica. Ciò che si deve fare oggi doveva essere fatto nel 2005, quando il fisico Robert L. Hirsch, con una puntuale relazione indicò al Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, che l’unico modo per mitigare gli effetti del picco di produzione era prepararsi con almeno un decennio di anticipo, pena un deficit cronico per almeno vent’anni. Non ho la sensazione che i politici dei paesi occidentali abbiano preparato da allora alcunché, né che stiano preparando qualcosa per i prossimi anni.

Gli effetti indotti saranno devastanti, soprattutto perché spingeranno verso l’alto i prezzi di tutte le materie prime e dei prodotti agricoli che, in aggiunta all’offerta di moneta da parte delle banche centrali, porterà ad una inflazione esplosiva.

Il mio suggerimento quindi è il seguente: capire subito cosa sta succedendo, perché cambierà tutto. Non è solo una questione di investimenti, ma di correggere il modo di guardare il mondo .

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