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CORRETE GENTE,  SI VA TUTTI  ALL’ AMBRA JOVINELLI !

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 CORRETE GENTE,  SI VA TUTTI  ALL’ AMBRA JOVINELLI !

di Mario Travaglini

Chi non ricorda il mitico Ambra Jovinelli davanti al cui ingresso l’acchiappa clienti gridava :”Avanti signori, accomodatevi, lo spettacolo è garantito! La vostra compagnia  preferita è tornata ! Musica, donnine e comici a volontà! E voi giovanotti non vi accalcate, non pressate, c’è posto per tutti, anche in piedi”.   

Oggi quell’imbonitore potrebbe recitare pressappoco cosi : “ Correte gente, il Covid è solo un raffreddore, non pensate più a Totò, a Macario, a Rascel e a Nino Taranto, i comici di oggi sono ancora più bravi: parlano talmente seriamente da far ridere a crepapelle, non ve ne pentirete!”. Quale è la differenza tra l’Ambra Jovinelli di un tempo e quello di oggi?  Il prezzo del biglietto. Allora, per entrare, era necessario pagarlo, oggi l’ingresso è gratis. E se qualcuno avesse perso la rappresentazione sarebbe stato sufficiente sintonizzarsi a qualunque ora su uno dei canali televisivi per godersi lo spettacolo, compresi i ridicoli ed imbarazzanti talk show. Una pagliacciata megagalattica andata, purtroppo, in mondo visione della quale non vale la pena ripercorrere le sequenze giornaliere onde evitare la esalazione di miasmi nauseabondi.  E’ vero che la rielezione del Presidente  Sergio Mattarella ha permesso di scongiurare una crisi politica dalla quale il Paese non sarebbe stato in grado di uscire né rapidamente né dignitosamente, ma egli stesso né è il primo responsabile avendo permesso la formazione di governi senza capo né coda e chiamando Draghi solo quando l’Italia era con l’acqua alla gola affinché costruisse un decente  PNRR da presentare all’Europa. Più che l’interesse  della Nazione è prevalso l’interesse dei deputati e dei senatori che hanno salvato  il loro stipendio, la loro pensione ed i loro privilegi, il tutto camuffato da schermaglie politiche di basso livello con le quali si voleva far capire che non era possibile trovare una soluzione condivisa al di fuori del Presidente uscente. Come dire che  in Italia, oltre a Draghi e Mattarella, non ci sono persone di alto profilo che possono ricoprire le cariche di Presidente del Consiglio e di Presidente della Repubblica. Insomma un suicidio della politica al quale non avremmo mai voluto assistere  Ma all’interesse peloso di deputati e senatori va aggiunto anche il comportamento poco chiaro e poco istituzionale del Presidente uscente che, dopo le reiterate dichiarazioni di addio e le plateali fotografie degli scatoloni preparati per il trasloco, ha dovuto smentire se stesso con inconsistenti frasi di circostanza come :” Il nostro Paese sta ancora attraversando una grave emergenza sanitaria, economica e sociale”.  Ma, di grazia, Signor Presidente, oltre all’obbligo morale di dover accettare la rielezione per il bene dell’Italia, non sente alcuna responsabilità se quelle emergenze di cui parla dopo sette anni di mandato non sono state non dico risolte ma neppure avviate a soluzione ? E perché tra quelle emergenze non cita la catastrofica situazione in cui versa il sistema giudiziario e il CSM di cui è anche Presidente? Non è sufficiente dire, come ha fatto durante il suo discorso alle Camere, che la  giustizia :”……. ha bisogno di un profondo processo riformatore”. Da un Presidente della Repubblica e del CSM oltre ad un richiamo di massima ci si attende un agire più concreto o, almeno, direttive più analitiche e profonde, tanto per citare le sue stesse parole.                                                                                           Sul fronte dei partiti la prossima settimana sarà cruciale con intensi combattimenti sia interni  che nelle coalizioni; essi finiranno per provocare  senza dubbio una resa dei conti che  nei giorni e nelle settimane a venire li lasceranno più deboli e divisi, con riflessi che si manifesteranno verosimilmente anche in sede governativa attraverso riposizionamenti non di poco conto soprattutto in vista della costruzione della prossima legge elettorale. Proprio in ordine a quest’ultimo punto  la rielezione del Presidente uscente deve essere vista, a mio parere, come funzionale all’adozione di un nuovo sistema proporzionale nel quale potranno trovare accoglienza personaggetti come Toti,  Brugnano, Quagliarello, Lupi e frattaglie varie per i quali il Centro-Destra è solo un autobus su cui salire per essere eletti governatori, sindaci o trovare un seggio in Parlamento. Non si spiega altrimenti  né la fuoriuscita da Forza Italia, con la costituzione di micro formazioni come Coraggio Italia, Cambiamo, Noi con L’Italia, né il comportamento da franchi tiratori  assunto in occasione della indicazione di voto per la Presidente del Senato Casellati. Alla fine della fiera, anche se il PD e M5S non hanno vinto avendo contribuito in maniera sostanziale alla indecorosa  messa in scena per riportare Mattarella al Quirinale, il grande perdente è stato solo Matteo Salvini.  per due ordini di motivi.  Il primo :  non ha capito il gioco delle parti che è stato tessuto alle sue spalle in modo neppure troppo nascosto dal segretario del Quirinale Zampetti in odore di fare gli scatoloni insieme al suo datore di lavoro.     Il secondo : si è fatto infinocchiare da Berlusconi il quale, dopo aver cancellato l’ipotesi Draghi ed abbracciato quella dei centristi  e del PD,  ha aspettato sino alla vigilia della prima votazione per abbandonare il folle progetto di una sua candidatura, ai più apparsa da subito inopportuna sia per il suo passato sia per l’età e sia anche per il suo stato di salute. Solo un politico ingenuo, inesperto e senza una vera strategia poteva cadere in un simile trappolone. Tutto questo non deve assolutamente meravigliarci perché basta ricordare quello che ebbe una volta a dire il Cardinal Martini :” … la politica è l’unica professione  senza una specifica formazione”.

La vicenda del Quirinale ci segnala, infine, che la campagna elettorale prevista per il 2023 è già iniziata. Temo che sarà molto cruenta e lascerà sul campo un gran numero di morti e di  feriti tra i quali includo anche quegli elettori, continuamente mortificati dalla politica,  che non andranno al voto o che imbucheranno la scheda in bianco. C’è solo un modo per evitare tutto questo : dare agli italiani la possibilità di eleggere direttamente  il prossimo Presidente della Repubblica, possibilmente in un contesto di un sistema maggioritario a doppio turno, sulla falsariga di quello introdotto da De Gaulle nel 1962 in Francia.

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