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SANITA’ E OSPEDALI SI RAFFORZANO RIQUALIFICANDO LE STRUTTURE ESISTENTI

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SANITA’ E OSPEDALI SI RAFFORZANO RIQUALIFICANDO LE STRUTTURE ESISTENTI

di Marcello Martelli

Uno studio Nomisma (società che da oltre 30 anni realizza ricerche di mercato e consulenze, rivolgendosi ad imprese, associazioni e istituzioni pubbliche) quantifica gli investimenti necessari per superare le fragilità del sistema sanitario nazionale riscontrate nel corso di questa pandemia. 

La ricerca si propone di avvicinare le strutture sanitarie alle persone, senza consumare nuovo suolo, generando benefici economici, sociali e ambientali. L’analisi punta principalmente su soluzioni che riqualificano l’esistente: un approccio ritenuto fondamentale nella sanità.

 E’ mpossibile riqualificare senza consumare nuovo suolo, il 77% delle strutture esistenti, mentre solo il 23% è da demolire e ricostruire. E’ emerso infatti che in Italia esistono circa 2 milioni di mq di strutture socio-sanitarie inutilizzate o inutilizzabili che potrebbero essere riqualificate o ricostruite. In linea con l‘orientamento del Pnrr, gli interventi si focalizzerebbero su ospedali di comunità, case della comunità e residenze sanitarie assistenziali. 

Lo studio ipotizza un investimento totale di 8,2 miliardi (comprese le spese per gli impianti tecnologici), con interventi su 3563 strutture e una superficie di 5,4 milioni di mq. “Non una spesa-puntualizzano gli esperti- ma un investimento, perché innescherebbe un volano economico a livello nazionale di 25,7miliardi -si stima che ogni euro ne genererebbe 3,5- di cui 17,1 miliardi di impatto diretto e indiretto sulla produzione e 8,6 miliardi di impatto indotto sull’economia”. Ci sono in Italia già vari casi che fanno scuola, a cominciare dal Presidio Ospedaliero Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto, dove in meno di due anni sono stati conclusi importanti lavori di riqualificazione e rilancio. 

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