HomeEditorialiChi può salvare questo sport? L’esempio degli atleti di Special Olympics

Chi può salvare questo sport? L’esempio degli atleti di Special Olympics

“Sport + X: la super incognita da scoprire”. Qualche lettore ricorderà che ho dato questo  titolo al mio precedente editoriale sul tema della crisi del sistema sportivo internazionale. Il prefisso “super” fa un esplicito riferimento al maldestro tentativo di dieci grandi club calcistici di creare, per fare cassa e rimpinguare i loro traballanti bilanci tutti  tendenti al rosso “profondo”, una nuova “Lega”, potente ed esclusiva . Voglio ora mantenere l’impegno preso con i lettori iniziando a  svelare, supportato da alcuni autori con cui sono abbastanza in “confidenza”,  il valore dell’incognita (X) collegata alla parola Sport che, come ho pià volte sottolineato, rischia una mutazione e un declino incontrollabili se non si chiamano in causa le risorse umane migliori . Saving sport , progetto di “salvataggio” messo a punto, da un gruppo di lavoro costituito nel 2019 presso la LUMSA di Roma,  poggia sull’attualizzazione delle analisi molto attente di importanti osservatori , risalenti ormai alla seconda metà del secolo scorso, che ancora prima l’antesignano Huizinga aveva nitidamente esposto nel suo Homo ludens  . La proposta  trova la sua sintesi in un “pentalogo”, che tratterò a parte, semplice ma ambizioso, che indica la “retta via” a tutti i soggetti coinvolti nel sistema sport. La degenerazione  ha toccato livelli tali da mandare il Sistema Sport fuori controllo. La causa primaria sta nella crescita esponenziale e contagiosa della speculazione commerciale che punta sulla popolarità delle discipline sportive e sull’immagine deli atleti . Il destino dello sport è legato quindi indissolubilmente all’incognita  (X) dell’equazione  Sport +X = Sport+Fattore di moralità, svelata all’esito dell’analisi che Comitato scientifico costituito sotto la direzione dell’amico  Regni, presso il dipartimento di Scienze della Formazione di quella Università. Lì si propongono  gli strumenti  per consentire alle istituzioni Sportive europee e al nostro  Paese di impedire la strage di principi morali e la conseguente  mutazione epocale che porta al declino. Il valore dell’incognita X è l’antidoto contro le contaminazioni evidenti, che il fenomeno Sport continua  a subire. Vogliamo  provare a far si che lo sport esca dalla spirale negativa per tornare a poggiare sulla forza e sulla bellezza del fattore ludico, che già Huizinga dava per “morto” quando, negli anni quaranta, individuava nella pratica sportiva “assai più i caratteri di una manifestazione indipendente  d’istinti agonali che un fattore di fertile coscienza sociale”, aggiungendo che “ pur essendo importantissimo per partecipanti e spettatori, esso rimane una funzione sterile in cui è morto in gran parte il tradizionale fattore ludico”.

  F. Ravaglioli poi, ci ha messi in guardia rispetto ai danni che la razionalizzazione e la compensazione, funzioni caratteristiche dello sport, subiscono quando «l’integrazione si dilata nella fusione» perché in questo caso le differenze si cancellano e «il processo imbocca la strada della patologia”. Siamo negli anni novanta, quando lo stesso filosofo romagnolo individua in quotidianizzazione, violenza  e doping le malattie che porteranno lo sport a scadere  da portatore di valori a fattore di inquinamento sociale.

Una delle funzioni fondamentali dello sport è quella di orientare e trasformare l’inquietudine giovanile . Deve essere un’occasione per conoscersi ed accettarsi per quello che si è e per tirare fuori il meglio di sé, valutare i propri limiti ma anche le proprie potenzialità, attraverso un’esperienza insostituibile che poi diventa forza. Anche il protagonista non direttamente coinvolto sul piano fisico può trarre dalle storie di sport sensazioni ed emozioni trasferibili in ambiti diversi. Lo sport è un’occasione per conoscersi ed accettarsi per quello che si è e per tirare fuori il meglio di sé, per conoscere i propri limiti ma anche le proprie potenzialità. Questee considerazioni, che in questa sede avranno un seguito, non trovano riscontro nelle azioni di chi ha la responsabilità di programmare e gestire il sistema sport sia a livello italiano che a livello internazionale.  Siccome sono tra i più convinti fautori della grande potenza valoriale sprigionata dalla pratica sportiva dei disabili, voglio chiudere questo mio secondo intervento sulla crisi che attraversa il settore, con un’osservazione che ha il  carattere, allo stesso tempo, della soddisfazione e del disappunto. La  riflessione riguarda le dichiarazione che il Direttore di Sport e Salute (l’istituto che, nel 2019 ha sostituito il carrozzone CONI-Servizi), ha rilasciato in occasione dell’incontro con gli atleti di Special Olympics e riportate sul Special Day della benemerita associazione che fa gareggiare, in tantissime discipline sportive, i  ragazzi disabili intellettivi e portatori della sindrome di Down.

Ecco che Vito Cozzoli, Presidente e A.D. di Sport e salute, dopo aver sentito le parole e i racconti di Angelo, Alessandra, i due Federico, Boris e Valentino, Simone, Serena e Maria, dichiara: ” Oggi sono ammirato…..credo che quello che voi interpretate e che realizzate al servizio delle persone sia il più bel regalo che potete fare loro. Lo sport è quello che voi ci avete insegnato oggi…Ringrazio tutti voi che interpretate quella che deve essere la vera visione dello sport .

Sport e salute ( verrebbe da dire un nome, una marca una garanzia!!) gestisce i miliardi che lo Stato destina allo sport e ha scoperto che la disabilità non è un handicap ma un valore, dobbiamo nutrire la speranza che ne tragga spunto per  avviare un percorso che avvicini a questo  esemplare valore  lo sport  dei super sponsor, delle super leghe  e delle medaglie olimpiche conquistate a tutti i costi ( non solo ecomicici! ). Sodisfazione  e speranza per l’attenzione della  “super” campinessa di Scerma Valentina Vezzali che abbraccia una splendida ginnasta di Special Olympic trasmettendo affetto e consapevolezza. Il disappunto è per il macroscopico ritardo della “scoperta”, che mi spinge a tornare presto al parlarne.

  

– J. Huizinga, Homo Ludens Cap.12- L’elemento ludico nella cultura moderna, pag. 240

– P. Palmieri (a cura di),La Filosofia dello sport di Fabrizio Ravaglioli (II Ed.ne), pag.227-228

 

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