HomeLa RivistaRECOVERY PLAN POST SCRIPTUM – I “Mandarini” non stringono la cinghia (n.8)

RECOVERY PLAN POST SCRIPTUM – I “Mandarini” non stringono la cinghia (n.8)

Non un piccolo giornale di provincia ma Il Financial Times, qualche giorno fa, ha fatto le pulci al sistema di aiuti messo in piedi dall’Europa per sostenere i Paesi in difficoltà. In particolare l’editorial board del quotidiano britannico ha puntato decisamente  l’indice sui sistemi di controllo riguardanti i meccanismi di spesa  che i vari Paesi richiedenti hanno indicato di voler perseguire in accordo ai progetti presentati. Riporto testualmente : “La Commissione deve definire in anticipo il maggior numero possibile di questi impegni per investimenti e riforme, deve inoltre specificare in maniera più chiara come sospendere i pagamenti ai governi che non si conformano e garantire che gli organismi di controllo nazionali siano solidi” . 

Traduzione pratica : poiché gli stati avranno difficoltà a soddisfare le condizioni imposte per ricevere i fondi, siano essi sovvenzioni o prestiti, è necessario stabilire da subito in maniera precisa l’intera casistica per interrompere i pagamenti evitando in futuro di rincorrere i Paesi debitori indisciplinati. Se l’Europa, come sembra, sta  veramente lavorando nel più grande riserbo alla risoluzione di questo problema  qualche domanda c’è la dobbiamo pur porre. La prima, riassuntiva di tutte le altre, è la seguente : perché la casta porta alla rovina i paesi per conservare  la pace sociale unitamente ai suoi privilegi ? Potrei cavarmela dicendo semplicemente che la casta pur essendo in un periodo di somma contestazione rimane arroccata sulle sue posizioni e pur di conservare le sue prerogative è disposta  a regalare facile denaro alle classi sociali meno favorite . Quello che è successo in Europa, ed in Italia in particolare, attraverso monopattini, bonus vari, reddito di cittadinanza etc. etc. è emblematico . Ma dato che il tema merita di essere approfondito proseguo nelle mie considerazioni . La casta al potere sente che la situazione le sta sfuggendo di mano ed  avverte di essere entrata in un tunnel dal quale difficilmente uscirà indenne. Non è facile oggi stabilire per quanto tempo ancora potrà procrastinare il momento della grande resa dei conti, quando, senza trucchi, dovrà spiegare ai contribuenti i motivi per i quali  dovranno continuare a svenarsi per mantenere a libro paga una aristocrazia incompetente ed arrogante che sta portando l’economia europea  a sbattere  contro il muro. I dati pubblicati da Eurostat e INSEE mostrano come i paesi europei, con l’Italia in testa, abbiano ecceduto  con l’uso del  cosiddetto helicopter money proprio per evitare la rivolta sociale delle classi meno abbienti. Per questa via l’Italia si colloca sopra la  media europea per spese di protezione sociale di circa tre punti, attestandosi allo stesso livello della Germania. A prima vista potrebbe sembrare un buon risultato ma se  rapportiamo il dato al numero degli abitanti ed anche alla qualità dei servizi  ci rendiamo conto che la protezione sociale in Italia costa circa 80 miliardi in più rispetto a quella tedesca. Una somma di non poco conto che se fosse  destinata alla economia reale permetterebbe di rilanciare gli investimenti, il lavoro, i consumi e, quindi, la crescita. Ma da questo orecchio la casta non sente . Ed ha anche delle buone ragioni per continuare a rimanere in silenzio perché qualora provasse a ridurre gli sperperi aprirebbe la strada ad una contestazione di massa che gli imporrebbe, a sua volta,  di rivedere e ridurre i suoi stessi privilegi.  Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza depositato sul tavolo della Commissione europea per giustificare  la concessione di sovvenzioni e prestiti  per oltre 200 miliardi  siamo entrati in una fase molto delicata nella quale ciascuno di noi, con una sensibilità certamente differente, potrà percepire che ci avviciniamo a grandi passi verso la fine di un sistema. E in questa nuova configurazione lo Stato avrà i mezzi di mantenere l’ordine  quando i mandarini conserveranno sia la sicurezza del loro impiego che il diritto di conservare i loro privilegi quando il resto del paese sarà costretto a tirare la cinghia ?

Le derive di piazza che abbiamo osservato recentemente non promettono nulla di buono ed il seguito potrebbe essere ancora peggiore. Meglio quindi essere preparati  e tenere a mente quel che ci  ricorda il detto :  “ il peggio non è mai sicuro ma potrebbe arrivare quando meno te lo aspetti”.

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