LA TRAPPOLA DEL DESIDERIO

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Valore & Valori / Mario Travaglini 174

 

Ho scritto più volte di America e Cina sia sulle questioni economiche che su quelle  geopolitiche che sotterraneamente ne influenzano i rapporti. Oggi però, con l’approssimarsi delle elezioni del 5 novembre, voglio tornare sull’argomento dando un taglio diverso al mio intervento allo scopo di allontanarmi dalle zuffe dei molti  osservatori che per difendere ora Trump ora la Harris perdono di vista il vero sentimento degli elettori americani.

Nessuno dei due ha le qualità taumaturgiche e le stimmate da statista per ignorare quel sentimento ed abbracciare una visione più umanista che possa avvicinare popoli tanto diversi e per giunta in feroce competizione sul piano economico e finanziario. Ne l’uno né l’altra potranno fare miracoli e, la politica verso la Cina, sarà pressappoco la stessa, checché ne dicano i rispettivi difensori d’ufficio.

Provo a spiegare.

Ci sono due elementi che spingono l’umanità in avanti: il bisogno ed il desiderio, ma non lo fanno allo stesso modo. La forza del bisogno non è la stessa di quella espressa da desiderio. Quale sia la più performante  è maledettamente difficile da misurare, se non altro perché ogni singolo individuo ovvero  ogni comunità li esprimono in modo sempre differente. Calo questa dicotomia nella competizione economica e geopolitica in essere tra la Cina e gli Stati Uniti, nella quale, pur con il sovrappeso della guerra russo-ucraina, a mio modo di vedere uno dei due sentimenti risulterà vincente. Partendo proprio da questo conflitto possiamo leggere  nelle cronache recenti una piccola nota in cui il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, si è spinto ad affermare che “la pace in Ucraina potrebbe essere una cinica trappola”… Veramente ? …Uccidere le persone è meglio che non ucciderle?… Porre fine alla guerra sarebbe “cinico”?… Da dove viene un’idea così strana e come la spieghi alle  famiglie, alle vedove o ai figli piccoli sopravvissuti senza genitori?

La risposta l’ho avuta ieri mattina rileggendo alcune pagine di un pensatore greco vissuto più di 2000 anni fa. L’essere umano ha due impulsi principali: il bisogno e il volere. Tutto il resto ne consegue. Abbiamo bisogno di mangiare o moriremo. Questa è una constatazione puramente pratica che ci porta automaticamente ad attivarci per porre in essere azioni concrete, pena la sopravvivenza, ma ci porta anche automaticamente … al progresso materiale. Abbiamo sviluppato migliori tecniche di pesca (inclusa la cooperazione)… poi abbiamo imparato a piantare pomodori e cavoli, a coltivare le viti e fare vini sempre  più raffinati… e infine siamo riusciti a sfruttare i combustibili fossili per alimentare i nostri trattori, le nostre fabbriche e le nostre case.

 Risolvendo la questione del bisogno abbiamo avuto Pitagora, sviluppato la scienza, la matematica e l’ingegneria. Abbiamo identificato le piante, capito come tendere un arco o come si realizza l’effetto boomerang… per arrivare alla rivoluzione agricola e alla rivoluzione industriale. Calcolatrici, termosifoni, acceleratori di particelle, contabilità in partita doppia, appendiabiti e motoseghe sono nati tutti dal nostro pensiero pratico e basato sui bisogni.

Ma c’è un secondo impulso: il desiderio. Dopo aver ottenuto abbastanza cibo per sopravvivere, il nostro desiderio principale, almeno dal punto di vista sociale e biologico, che non necessariamente collima con la nostra esperienza personale, è quello di riprodursi. In caso contrario, la nostra specie si sarebbe estinta da tempo. Il desiderio è totalmente diverso dal bisogno. Riguarda il sesso… e il mondo ne è pieno, sia di quello buono che di quello finto, fantasticato o falsamente rappresentato.

L’accoppiamento è infinitamente complesso, sfumato e stravagante. È fatto di labbra carnose… di un romanzo bestseller o di una Ferrari coupé. È fatto di bugie e miti, inganni e contraccezione, slogan politici e grande competizione di potere, esagerazioni di Facebook, aumento del seno e terza guerra mondiale. Sono le ore in palestra e il botox… Via col vento e la Pietà di Michelangelo. Tutto questo non è fantascienza ma lo si ricava dai titoli di tutti i quotidiani. Uno di essi ci ha esortato anche a stare attenti a Tik Tok, perché i cinesi potrebbero usarlo per raccogliere “intelligence”. Altrove, potremmo leggere che i cinesi ci stanno superando perché sovvenzionano le loro aziende tecnologiche. Un altro titolo ci ammoniva  che era imperativo aiutare Taiwan per timore che la invadessero. Probabilmente il pensiero più stupido è quello pubblicato da un quotidiano inglese secondo cui la Cina sta superando l’Occidente perché ha il “sovrano” più potente del mondo. Ma veramente?… Stalin era potente, Hitler era potente… Mi sembra che non abbiano avuto una lunga vecchiaia. In generale, più potente è il sovrano, più debole è la nazione.

Dal lato economico, da quando in qua una economia controllata dallo Stato è un vantaggio?

È sempre un disastro.

Se i pianificatori centrali cinesi continueranno a commettere errori di assegnazione, interpretazione e orientamento, come avviene per tutti i pianificatori centrali del mondo, il paese si arenerà nella stagnazione. La Cina andrà avanti solo se innova e cresce più velocemente degli Stati Uniti.  Non importa se ha un’economia più forte, più persone, più tecnologia, etc. Logicamente, facendo appello alla parte del cervello che si occupa dei “bisogni”, più la Cina diventa forte, ricca e avanzata, meglio starà il mondo. Ma nella categoria dei “desideri” c’è un altro modo di vedere le cose. Gli americani non vogliono solo vivere meglio, avere più cibo di migliore qualità o alimenti più prelibati ovvero oggetti più preziosi o tecnologicamente all’avanguardia. Vogliono anche vivere meglio perché questo status connota il fatto di essere più ricchi dei loro vicini. In altre parole, vogliono essere Numero Uno. Il capo. L’egemone. Vogliono che la loro squadra vinca il Super Bowl. Ma che la nostra squadra vinca o perda il SuperBowl non ci interessa personalmente, perché nella sala degli specchi del desiderio vediamo solo noi stessi  e non altre persone, non la squadra. Tutto questo  significa che la parte “bisognosa” del cervello è razionale, espansiva e generosa, comprendendo molto bene che il più di qualcuno  significa di più per tutti.

Di converso la parte  “desiderosa” è timorosa, guardinga, gelosa e sa perfettamente che per vincere qualcun altro deve perdere. Quindi facendo perdere qualcuno si vince. E’ abbastanza logico. Nel pratico questo antagonismo può essere spiegato contrapponendo due banalissimi esempi . Posto che la ricchezza del mondo è illimitata o quantomeno indefinita, attraverso il bisogno la produzione agricola dal 1910 ad oggi è stata abbondantemente quintuplicata. Grazie alla introduzione di mezzi meccanici, tecnologie e prodotti chimici, il vecchio rapporto tra 1 agricoltore e 13 consumatori è passato a 1 a 139. Dal lato del “desiderio”, invece, il  rapporto tra ragazza a ragazzo è sempre lo stesso, all’incirca uno a uno. Pertanto, se vuoi attrarre la ragazza o il ragazzo… o il transgender o la persona indecisa, avrai concorrenza. Le scorte sono limitate. Puoi solo “vincere” facendo “perdere” qualcun altro. Lo è sempre stato e lo sarà sempre. Il bisogno è assoluto. Il desiderio è relativo. Puoi costruire tutti i grattacieli che vuoi. Ma se la squadra di casa vuole vincere, deve sconfiggere gli avversari.

Cosa significa questo per la politica estera degli Stati Uniti, per il futuro del dollaro e per i vostri investimenti? Datevi un po’ di tempo per pensarci  ma la conclusione mi sembra sia già scritta.

(1) cash flow : è il flusso di cassa, ovvero differenza tra le entrate e le uscite monetarie di una azienda .