SETTE VOLTE G7 ?

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Editoriale / Pierluigi Palmieri / 173

 

<<Allora Pietro, accostatosi, gli disse:

«Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?».

Gesù gli disse:

«Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”.>>

 La Sacra Bibbia, Matteo 18,21-22


Giocando con le parole, e anche per dare un senso al titolo dell’editoriale sottolineo che quella del 2024 è la settima volta in cui l’Italia guiderà il cosiddetto G7, cioè il Summit tra i Leader delle principali democrazie industrializzate del mondo: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Quest’anno i Capi di stato e di Governo hanno il bel da dire, e si auspica da fare,  sulle  guerre in Ucraina e in Medio Oriente a cui si aggiunge  il rapporto con l’Africa e, non ultimo, il ruolo dell’intelligenza artificiale. Sono stati questi i punti fondamentali discussi già in giugno durante il primo incontro tenutosi sotto la presidenza Italiana dal 13 al 15 giugno  in Puglia a Borgo Egnazia di Fasano.Nei mesi scorsi sono seguite numerose  riunioni di  G7  ministeriali tra i responsabili dei vari dicasteri dei rispettivi paesi.

L’andamento dei conflitti in atto ha fatto assumere al G7 dei Ministri della difesa in corso da ieri 19 ottobre  al palazzo Reale di Napoli un peso politico ancor più importante, perché funzionale a definire comuni intendimenti politici e a condividere possibili linee d’azione. C’è infatti, relativamente all’Ucraina “il fermo obiettivo di giungere a una pace giusta e duratura. Il G7 potrebbe  individuare iniziative tese a superare la logica dello scontro bipolare e a coinvolgere in una nuova conferenza di pace anche i Paesi non facenti parte di Alleanze, inclusi i BRICS[1] ed il “sud globale”. Questa dichiarazione d’intenti si legge nel sito ufficiale della nostra Presidenza del Consiglio dei Ministri come pure quella altrettanto auspicabile relativa alla situazione in Medio Oriente che afferma “il comune impegno a promuovere la de-escalation, ottenere un “cessate il fuoco” a Gaza e a supportare un processo politico che traguardi la “soluzione a due Stati”. Che bella cosa sarebbe se dagli intenti si passasse ai fatti. Si verificherebbe  un “rinsavimento generale”. L’aggressione della Russia all’Ucraina è inaccettabile, come è esecrabile l’atto terroristico di AMAS nei confronti di Israele, il massacro di civili a Gaza è inconcepibile. Viene da dire: ”ma la volete smettere?!”. Ma smettere significa toglier a questo verbo la lettera iniziale e trasformarlo in “mettere”. Con la tastiera è un operazione semplicissima. Per i signori della guerra METTERE  da parte egoismi, ideologie, fanatismi religiosi, contrasti atavici è pressoché impossibile. Al buon senso invece piace molto la “s” quando sta per  solidarietà.

Appunto solidarietà, questo sentimento è aleggiato in modo inequivocabile nel corso dell’altro G7 ministeriale tenutosi in questa settimana, non proprio casualmente, ad Assisi, I ministri  alla disabilità nelle conclusioni di quella che resterà alla storia come la Carta di Solfagnano ( il castello dove si sono tenuti i lavori il 15 e il16 ottobre u.s.) hanno riaffermato con forza l’impegno a “collaborare con tutti i partner istituzionali internazionali che rappresentano persone con disabilità, associazioni, organizzazioni del terzo settore, comunità e anche con  il settore privato che intende sostenere la riconoscimento del diritto di tutti alla piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, politica, economica e culturale.  Quanta speranza è raffigurata dalla foto dei Ministri che si tengono per mano ad Assisi! Le priorità individuate nella “Carta di Solfagnano”[2] saranno tradotte in azioni concrete per far progredire i diritti delle persone con disabilità in tutto il mondo. Per fare ciò è fondamentale la cooperazione internazionale.

Collaborazione, cooperazione, sono sinonimi che esprimono sentimenti essenziali per la convivenza civile e la difesa dei più deboli e dei bambini innanzitutto. Sono espressi  ora nella carta di Solfagnano del G7 sulla disabilità e sicuramente non mancheranno nel documento sulla Difesa di Palazzo Reale di Napoli, e fanno pensare che in una parte del mondo batte forte il  “cuore” della solidarietà.

Ma, ecco i dolorosi interrogativi: Israele riuscirà mai a perdonare  Hamas del fu Yahya Sinwar per gli oltre mille innocenti, tra cui centinaia di bambini trucidati dai terroristi  e la Palestina perdonerà mai Israele per le migliaia di civili, gran parte bambini?;  Zielinski perdonerà mai Putin, per le migliaia di vittime che ha provocato, tra cui tantissimi bambini?. Ci vorranno forse altri sette G7 (v. titolo) per arrivare ad un risultato che oggi sembra un’utopia. Oppure arriverà il miracolo e ci sarà un “G7- BRICS” ? Allora chiamiamo in causa Gesù (v. incipit), e aspettiamo. Magari  il miracolo avverrà con il supporto delle preghiere del preoccupatissimo Papa Francesco, che peraltro, in quanto  capo della Santa Sede,  ha partecipato come ospite al Summit dei 7 Grandi della terra.

 

[1] BRICS è l’acronimo con cui si indica il raggruppamento delle economie mondiali emergenti formato dai Paesi Brasile, Russia, India, Cina ei Sudafrica

[2]  1. L’inclusione come questione prioritaria nell’agenda politica di tutti i paesi;

  1. Accesso e accessibilità;
  2. Vita autonoma e indipendente;
  3. Valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa;
  4. Promozione delle nuove tecnologie;
  5. Dimensioni sportive, ricreative e culturali della vita;
  6. Dignità della vita e servizi adeguati basati sulla comunità;
  7. Prevenzione e gestione della preparazione alle emergenze e situazioni di gestione post-emergenza, comprese le crisi climatiche,conflitti armati e crisi umanitarie.