LA BOMBA CHE MIA NONNA NON CAPIREBBE: 1200 STUDENTI SFRATTATI

0
519

Attualità & Amarcord

(La Rivista della Domenica n. 171)

 Nella città delle “quattro emergenze”, improvvisamente è esplosa anche la quinta: quella scolastica. Lo storico palazzo di Piazza Dante, dove si sono formate generazioni di giovani, è stato sequestrato dalla Magistratura e 1200 studenti rimasti senza aula e un banco, con i convittori privi di alloggio.

Sì, un disastro! Se fosse viva mia nonna, mi chiederebbe cosa è successo e, da buon nipote informato, dovrei trovare le parole semplici e chiare per spiegarglielo. Mia nonna era suocera di un avvocato, ma non era mai entrata in un’aula di tribunale né sapeva di codici e leggi varie. Ma sapeva capire sempre le cose del mondo, anche le più difficili e complicate, attingendo alla sua inesauribile fonte di saggezza e buonsenso.

 Per raccontare la storiaccia del liceo-convitto Delfico di Teramo dichiarato “a rischio crollo”, buttando nel panico l’intero territorio, direi che la vicenda è ormai un po’ vecchia, visto che sull’edificio hanno eseguito “due studi di vulnerabilità” nel 2016 e nel 2019.

Usando il linguaggio tecnico-burocratese, aggiungerei che “emergevano numerose criticità sulla base delle quali non era possibile ritenere condivisibile il livello di sicurezza sismico già valutato…”. Insomma, il convitto-liceo “Delfico” era risultato a rischio crollo con una serie di accertamenti e verifiche andata avanti con tutta calma per otto anni. Un’eternità per un palazzo che potrebbe crollare da un momento all’altro. Anche se circondato da politici e amministratori, tecnici ed esperti, avvocati e magistrati, tutti coinvolti in una interminabile tela di Penelope.

Per far scattare la “bomba sgombero”, hanno atteso l’inizio dell’anno scolastico 2024. Almeno, non si poteva decidere qualche mese prima per preparare l’alternativa possibile? No! Senza i 1200 studenti e famiglie bloccati in Piazza Dante, l’effetto mediatico sarebbe stato meno assordante e più rispettoso.

Spiegata così, mia nonna non capirebbe e, anzi, mi farebbe qualche altra domanda difficile e scontata: “Ma se gli addetti ai lavori, magistrati e politici in primis, sapevano da anni del rischio crollo, perché hanno tranquillamente aspettato tanto? Perché, poi, in tutta fretta hanno intimato lo sgombero, come se avessero scoperto il pericolo il giorno pima?”.

Sono interrogativi spontanei per cui non trovo risposte né so immaginare cosa direbbe mia nonna di questo mondo alla rovescia. 😯Dove persino uno storico palazzo a rischio crollo diventa un burocratico, lento ping-pong fra lunghi rinvii e attese davvero incomprensibili.