IL BRAND CHE VESTI’ JAMES BOND 007

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Attualità & Amarcord 166

di Marcello Martelli

A Penne svolta storica di Brunello Cucinelli con 350 nuovi posti di lavoro e un’azienda fondata sull’eredità del geniale umile sarto degli anni ’60, Nazareno Fonticoli, che indicò la strada maestra del vero Made in Italy nel mondo dell’eleganza e dell’artigianalità. Con una visione lungimirante, che si conferma vincente anche per le sfide future.

 Forse si sta avverando l’auspicio del ritorno dei grandi Capitani d’industria e dei maestri artigiani, che insieme hanno scritto pagine d’oro nel grande libro “made in Abruzzo”.

A Penne fu Nazareno Fonticoli, un sarto che, alla fine della seconda guerra mondiale, indicò la strada maestra, iniziando da un negozio in via Barberini a Roma. Poi, negli anni ’60, continuò con una fabbrica a Penne, dove un eccellente lavoro sartoriale prevalentemente fatto a mano con innovative capacità imprenditoriali assicurò agli abiti Brioni, indossati anche dai divi di Hollywood, un successo durevole nel mondo del lusso e dell’eleganza.

La formula vincente? Quella del “saper fare”, con una artigianalità che, affondando le radici nell’esperienza e nelle competenze, è capace di lanciare i prodotti sui nuovi mercati. Strategia in cui si è a lungo distinta l’azienda di Penne, arcinota ormai in tutto il mondo per i suoi vestiti di alta sartoria e qualità, in mostra nei negozi più eleganti in Italia come in America e non solo. Una magnifica realtà della nostra imprenditoria che ha fatto scuola persino in Francia.

 Mentre in Abruzzo, negli ultimi cinquant’anni, abbiamo preferito imboccare una strada diversa, mettendo da parte “identità locali” che, con la crisi che morde, adesso stanno tornando di moda e dovrebbero farlo sempre di più, per costruire e trovare le soluzioni imposte dai tempi.

L’abito confezionato a Penne e la lavorazione del cuoio a Firenze rappresentano pilastri di un patrimonio fatto di conoscenze, risorse e potenzialità. La vera innovazione, infatti, è quella praticata da imprese create da capaci artigiani del “saper fare”.

 Ed è tempo che in Abruzzo e in tutto il Sud se ne prenda atto: il vero Made in Italy è ciò che parte da noi stessi e, in particolare, dalla “nuova artigianalità”. A cui investitori, poteri pubblici, manager e maestranze dovrebbero dedicare le migliori energie.

Come fa l’imprenditore Cucinelli a Penne, dove ha creato la “Maranello delle giacche e della moda”.