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PERDONO, PERDONANZA, GIUBILEO ( QUARTA E ULTIMA PARTE)

 Educazione e ambiente / 160

di Padre Quirino Salomone

 

In vista del XXV Giubileo universale ordinario della storia della Chiesa cattolica.( 2025) n questo numero iniziamo la pubblicazione di alcune riflessioni di Padre Quirino Salomone,

Il testo che sarà inserito nella prossima ristampa del libretto  “Celestino della gente“, ci è stato fornito dal dott. Dante Capaldi, direttore  per oltre vent’anni della Rivista “La Perdonanza”,  anch’egli attento cultore della figura del “Frate del Morrone”.

Noi di  Centralmente  abbiamo suddiviso il testo in quattro parti che offriamo molto volentieri ai nostri lettori

. Ci proponiamo di pubblicare ampi stralci del Libretto “Celestino della gente” una volta aggiornato.

PLP

Nell’attuale contesto morale, l’uomo è spesso più incline a vedersi come vittima piuttosto che colpevole. Questo atteggiamento, sebbene comprensibile, può ostacolare il percorso verso una vera riconciliazione e pace interiore. In tale contesto, la Perdonanza, intesa come scuola di pace, emerge come un faro di speranza e un potente strumento educativo delle coscienze. Attraverso il procedimento perdonante, essa insegna l’importanza di offrire e chiedere perdono, promuovendo un impegno morale profondo e autentico, come richiesto dal Giubileo

Per comprendere appieno l’intenzione profetica di Celestino V, è necessario ristudiare, rileggere e approfondire le sue parole e i suoi gesti. Con la Perdonanza, Celestino osò un Giubileo biblico, l’anno di grazia che includeva far riposare il terreno, liberare gli schiavi, scarcerare i prigionieri e condonare i debiti. Questi atti erano destinati a pacificare le contese e le inimicizie, offrendo una remissione totale dei peccati.

La richiesta di Pietro nel Vangelo di Matteo (19,27-29) sottolinea l’importanza del sacrificio e della perdita per ottenere una ricompensa molto maggiore. Gesù promette il centuplo a chiunque abbandoni tutto per seguirlo, simbolizzando la grandezza della ricompensa divina rispetto ai sacrifici terreni. Celestino, consapevole della difficoltà dell’ordinanza della Perdonanza, promette una ricompensa ancora maggiore: la remissione totale dei peccati, “absolvimus a culpa et pena”, che rappresenta un giorno di grazia e riconciliazione.

Il Giubileo, come concepito da Celestino, non ha nulla a che vedere con l’Indulgenza, che riguarda la cancellazione della pena dovuta ai peccati. Celestino, nella sua Bolla, non concede una semplice indulgenza, ma offre una assoluzione totale dalla colpa e dalla pena. Questo atto era rivoluzionario e andava oltre le norme esistenti, ponendo le basi per una vera riconciliazione e pace.

Celestino, con il suo Giubileo, sfidava le convenzioni del tempo, sapendo bene che la sua visione sarebbe stata difficile da realizzare. La Perdonanza richiede un grande sforzo morale: perdonare, liberare, condonare. Questo sforzo, però, è compensato dalla promessa del centuplo di Gesù e dalla grande assoluzione di Celestino, che offre liberazione totale e salvezza eterna.

Celestino richiedeva un pentimento sincero, “vere penitentes et confessi”, e non una semplice confessione rituale. Egli chiedeva una dimostrazione tangibile di pentimento e riconciliazione, condizioni essenziali per celebrare un vero Giubileo. La sua visione era quella di un’umanità riconciliata, pronta a vivere in pace e unità, superando le divisioni e le inimicizie.

Dopo 800 anni, il sogno di Celestino rimane incompiuto. L’impossibilità di un vero Giubileo, a causa della difficoltà di condonare i debiti, riflette la resistenza della società contemporanea a confrontarsi con verità scomode e concrete. Tuttavia, la visione di Celestino continua a ispirare, richiamando alla necessità di una pace autentica basata sulla riconciliazione e il perdono.

Oggi, comprendere il vero valore della Perdonanza significa riconoscere l’importanza del perdono e della riconciliazione nella costruzione di una società giusta e pacifica. La Perdonanza di Celestino non è solo un atto di benevolenza, ma un richiamo potente alla responsabilità morale e alla capacità di offrire e chiedere perdono. La parola d’ordine di Celestino si caratterizza come sintesi di tutto l’universo evangelico. Ne indico alcuni elementi esplicativi:

1)«Una cosa ti manca! Va’, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».  (Mc 10, 21)

2)È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». (Mc 10,25)

3)Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio ……la loro speranza resta piena d’immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici …Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli. (Sap.3,1-8)

4)Per me vivere è Cristo e morire un guadagno. (Fil.1,21-23)

5)Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Mt 45-46

6)I poveri…. possiederanno il regno dei cieli.
Gli afflitti… saranno consolati.
I miti erediteranno la terra.
Quelli che hanno fame e sete della giustizia … saranno saziati.
I misericordiosi …. troveranno misericordia.
I puri di cuore … vedranno Dio.
Gli operatori di pace … saranno chiamati figli di Dio.
I perseguitati a causa della giustizia …sono proprietari del regno dei cieli.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli» (Mt 5,3-12).

Il contenuto del Centuplo di Gesù è tutto nella grande Assoluzione di Celestino.

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