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L’onestà intellettuale resta in vita sempre

Editoriale  / 161

 di Pierluigi Palmieri

Stravolgo la scaletta di questo numero della rivista per un motivo molto semplice: non riesco a pensare ad altro se non a quella parte importante della mia vita dedicata alla Scuola, all’analisi del suo stato di salute  e all’impegno per migliorarla. Ore e ore, giorno dopo giorno per tanti anni, dedicate agli incontri sindacali per illustrare programmi e recepire le istanze più impellenti di coloro che  la vivevano sul campo. Per poi trasformare il tutto in proposte concrete da sostenere a livello nazionale sempre nell’interesse degli operatori, ma soprattutto degli studenti e delle famiglie che a quella Istituzione affidavano il futuro dei loro figli.

Anche oggi, come consuetudine di ogni domenica mattina, ho aperto il computer per scrivere il mio Editoriale, per il quale avevo già scelto il titolo (in questo momento figura ancora sulla locandina di presentazione del n. 162) :Goethe: il Viaggio in Italia raccontato con precisione “chirurgica” , dove l’aggettivo virgolettato è legato al fatto che il relatore di un interessante convegno tenutosi nella mia città giovedì 27 giugno è un noto medico,  Il giorno successivo però  ho lasciato l’Abruzzo di buonora per andare a porgere l’ultimo saluto alla persona con la quale ho condiviso, in perfetta simbiosi, l’esperienza nel mondo sindacale a cui ho accennato all’inizio. Ho avuto la fortuna di incontrare Benito San Marco alla fine degli anni settanta in occasione dell’unificazione della miriade di sindacati autonomi che portò la nuova struttura a livello di più rappresentativo sindacato della scuola. Seguirono incontri e convegni per dare sostanza all’azione sindacale e sistematicamente da Benito San Marco provenivano le proposte più illuminate. Mi trovai subito in sintonia con “Ben” su quelli che dovevano essere i postulati organizzativi del sistema scuola, come  quello di dare spazio in tutte le facoltà universitarie a specifici percorsi  caratterizzanti in termini pedagogici e didattici per chi volesse accedere all’insegnamento e la necessità di creare un rapporto costruttivo tra scuola e mondo del lavoro, che oggi purtroppo stenta ancora a decollare nonostante la tanto sbandierata “alternanza”. La nostra costante sintonia ci portò a scambi frequenti di incontri nei nostri territori per  diffondere le idee e le proposte imprescindibili di pedagogisti del calibro Giovanni Gozzer, Mauro Laeng e  del grande Fabrizio Ravaglloli. Con Raniero Regni , erede designato di quest’ultimo, abbiamo stretto una consonanza  intellettuale che è sfociata anche in una sincera amicizia,  che ha favorito  incontri formativi di alto livello a Treviso, dove Benito fondò il Sindacato Autonomo, face crescere lo Snals fino alla creazione di una prestigiosa sede in pieno centro.   I  nostri incontri sono stati caratterizzati anche  da una grande assonanza in termini di convivialità; a Trastevere, a Villalago o in Valdobbiadene, a  Roccaraso o a Conegliano, dall’ Italia all’ Europa, l’enogastronomia è stato il valore aggiunto del nostro impegno culturale. Questa assonanza ci  ha portato a considerarci veri e propri “Gemelli”.

A novembre 2023 l’attuale segretario provinciale di Treviso Salvatore Auci ha organizzato un convegno dal titolo emblematico  “Ritorno alla scuola del futuro”. Nell’Aula Magna del Liceo “Mazzotti, affollatissima,  sull’attuale organizzazione della scuola sono arrivati gli strali di tutti i relatori, a partire da Elisabetta Frezza l’avvocato difensore (nel vero senso della parola) dei genitori esperta di temi legati alla famiglia e all’educazione scolastica  e dal medico Vittorio Lodolo D’Orta, specialista delle malattie professionali degli insegnanti. Le qualifiche di questi due professionisti la dicono tutta sulle tensioni tra i due soggetti dell’educazione a cui è affidata la responsabilità dell’educazione delle nuove generazioni. Regni invece ha denunciato un’altra tensione   quella, derivata dall’imprinting del “fordismo” scolastico una struttura immodificabile.

Benito San Marco non è potuto intervenire a causa del primo affacciarsi della malattia che lo avrebbe poi sopraffatto, ma sono certo che dopo aver richiamato i postulati della sua filosofia sindacale  (nostra) avrebbe condiviso con Raniero l’affermazione, frutto delle sue riflessioni accademiche ma anche dei nostri numerosi scambi dialettici del passato, che  l’educazione è sempre stata in tensione con la politica, perché l’educazione può non soltanto trasmettere il vecchio ma anche produrre il nuovo e  questo può non essere gradito alla politica.

A questo punto  credo di poter dire che gli attuali dirigenti  nazionali dello Snals e della Confsal, i cui rappresentanti sono pure intervenuti “da remoto” al convegno di novembre, si stiano ancora mordendo il gomito per non  aver contrastato chi, avido e indifferente, li ha preceduti, autore della paradossale estromissione di “cervelli scomodi” dalle cariche apicali che occupavano con responsabilità e correttezza,  I Roberto Puzzu, i Gino Vespa,  i Sostene Codispoti con  Benito San Marco, personaggi scomodi per il sadico manovratore,  in questo lasso di tempo  avrebbero potuto contribuire in maniera intelligente e concreta a stemperare ogni tensione nel mondo della scuola italiana . Con orgoglio abbiamo difeso l’autonomia e i principi fondamentali della “buona gestio” fino davanti alla magistratura.

Ma il mio viaggio di due giorni fa  a Treviso,  oltre a farmi rinviare la pubblicazione dell’articolo su quello di Goethe in Italia ( sono certo che il dott. Pasquale Simone mi giustificherà) pur nella circostanza tristissima, mi ha regalato momenti di grandissima soddisfazione. Ho avuto conferma dell’amore filiale di Sara e Lucio la loro attenzione per la madre Luisa e il grande affetto per il “gemello” del padre, che ha contagiato anche lo splendido e vero amico di famiglia Davide, pronto a tamponare con la sua Audy, la lentezza del treno “veloce”, per la quale ho rischiato di non arrivare in tempo alla cerimonia funebre.  Grazie a loro ho visto per l’ultima volta Benito e gli  ho potuto rivolgere il mio saluto prima della tumulazione per rimarcare la sua onestà intellettuale.

Un saluto che ha  seguito la  commovente lettera dei figli pregna di gratitudine, letta da Sara nella Chiesa di Silea.  Ecco la conclusione: 

…Ciao papà, da piccoli ti vedevamo forte, grande e al di sopra di tutto,

Siamo tornati lì, con la differenza che ora TI SAPPIAMO, forte grande e al di sopra di tutto

Con amore Lucio e Sara

 

 

 

 

 

 

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