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Il massaggio sportivo (seconda parte)

Benessere / 162

di Giuseppe Mazzocco

     L’Autrice analizza il massaggio trasversale profondo ricordandone alcune caratteristiche tecniche: la frizione (e non la pressione), che deve essere sempre perpendicolare al piano delle fibre in trattamento, e la sede dell’intervento, perentoriamente riconosciuta in quella del dolore.

   L’efficacia terapeutica dipende, esclusivamente, dalla precisa localizzazione topografica dell’impatto manipolativo, che deve essere portato a 90° (rispetto al piano da trattare) e con tecnica frizionata.

   Il lavoro, per la descrizione del massaggio sportivo tradizionale, “allunga” i tempi della trattazione con una analisi dettagliata delle manualità applicative.

   Usa una “pignoleria tecnica” che vuol togliere ogni dubbio interpretativo alle tre condizioni che realizzano un atto di “terapia manuale”: la pressione (la forza impressa perpendicolarmente), la spinta (la forza scaricata orizzontalmente) ed il ritmo (il tempo della gestualità).

   Un intero capitolo è dedicato alle specifiche manualità, di cui si “pesano” gli ingredienti realizzativi e le indicazioni tecniche.

  Fra le “manovre” classiche (ricordandone i modi, i tempi e l’uso della mano), il lavoro evidenzia lo sfioramento (manualità d’apertura e per il trattamento dell’edema e delle periostiti traumatiche) che ha pressione nulla e spinta massima; lo sfregamento (manovra di riattivazione circolatoria) che ha pressione e spinta di media entità; la frizione (usata per la frantumazione degli infiltrati e per il trattamento contratturale e degli esiti negativi cicatriziali che ha pressione moderata e spinta nulla; la pressione (realizzata per l’eliminazione dei “residui” del lavoro muscolare) che facilita il riassorbimento edematoso, ha iniziale assenza d spinta e prevede grossa area d’appoggio e successivo inserimento direzionale della manualità; l’impastamento (impiegato per il drenaggio) che ha pressione e spinta molto intense con presa, sollevamento, scollamento e torsione dei ventri muscolari e prevede, inoltre, tecniche di rifinitura come il pizzicottamento e gli impastamenti frizionati, scollanti e di rotolamento; la vibrazione (amalgama equilibrato di pressione e spinta, vivacizzato da un ritmo elevato, dall’impatto dolce e con un leggerissimo avanzamento per un trattamento rilassante) che ha contatti di tipo continuo o discontinuo, orizzontale o verticale, lineare o a zigzag; la percussione (pressione e spinta intense) che ha impatto iniziale “sgradevole” – per la pesante corposità pressoria e per il costante ritmo applicativo – realizza un “treno d’onda” prezioso per la vasodilatazione e può essere realizzata con tecniche divere: a coppetta, a schiaffo, a pugno, a fendente molleggiato:

   Il capitolo, chiudendo la prima parte, disegna un chiaro quadro delle indicazioni e delle controindicazioni delle terapie manuali.

   L’Autrice inizia la seconda parte mettendo in relazione il massaggio sportivo e le aree d’immediato riferimento operativo (rieducazione funzionale, tecniche di allenamento, fitness, chinesiologia preventiva e compensativa, scienze motorie e preparazione psicofisica e sportiva).

   Affronta, ancora (completando il quadro), l’uso delle sostanze da massaggio (unguento, gel e creme) riportandone i componenti di base e le principali indicazioni (secondo gli specifici trattamenti).

   Ricorda, infine, le tecniche del cataplasma e dell’impacco, “terapie” usate indipendentemente dal massaggio.

   Con la stessa chiarezza ricorda l’utilizzo del freddo e del calore, del fango e della paraffina, come tecniche di pronto intervento, di trattamento e come coadiuvanti le manipolazioni tessutali.

   Il settimo capitolo è dedicato al ruolo del bendaggio funzionale, nella prevenzione e nella cura dei traumi da sport.

   Si riportano le più comuni metodiche di contenzione, i criteri applicativi, le implicazioni biomeccaniche, le azioni neuromotorie riflesse, quelle antalgiche e quelle psicologiche.

   Sono riportati, ancora, le proprietà, gli indirizzi e gli obiettivi della contenzione funzionale.

   Si ricordano i tipi di bendaggio, i materiali più comuni e le “personalizzazioni tecniche” per i vari tipi di sport, insieme alle tecniche di elettrostimolazione.

   Il lavoro raggiunge la vera completezza di trattazione con gli ultimi tre capitoli: “Chinesiologia e massaggio”, “termalismo sportivo” e “Particolarità nell’applicazione del massaggio nei diversi tipi di sport e nei giovani atleti”.

   La terapia manuale “coabita” col movimento razionale, comunque espresso; si “sposa” con la medicina termale, assumendo diverse connotazioni terapeutiche; diversifica le tecniche realizzative in base alle numerose varianti che richiedono caratterizzazioni d’intervento per le diverse età, per lo stato fisico degli atleti, per il tipo di sport, per l’ambiente che ospita il gesto sportivo, ecc.

   Il lavoro, in chiusura, riporta una giusta conclusione ed una corposa bibliografia.

Premio Nazionale ANATRIPSIS – Le culture manipolative, le scienze motorie e le aree pertinenti fra storia, metodologie applicative ed aspetti professionali – Edizione 1998.

 

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