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DE RITA E IL ….”SONNAMBULISMO”…

Attualità & Amarcord 161

di Marcello Martelli

Attualità /161

 

“IMPOSSIBILE COSTRUIRE IL FUTURO SE NON SI SA GOVERNARE LA CITTA’ DEL PASSATO”

Giuseppe De Rita

Il prof. Giuseppe De Rita, fondatore del Censis, a 91 anni, continua a tracciare il profilo della nostra società “affetta da sonnambulismo”.

Utile può essere il confronto con un altro “rapporto Censis” dei lontani anni ’70, quando Teramo, baricentro di un’area in forte sviluppo, guadagnò sul campo l’invidiabile alloro di “Milano del Sud”. Grazie all’accorciato divario con le aree più progredite del Nord, un dato significativo dell’occupazione cresciuta più che nel resto del Paese e a un incremento molto accentuato dell’industria manifatturiera. Da qui il miracolo economico “anni ’70-‘80” e la cosiddetta “Valle dell’Eden”. Tutto da ricordare quell’incontro con gli imprenditori locali di Giuseppe De Rita, accompagnato da quell’eccellente economista che era Alberto Aiardi.

Erano giorni di riflessione e ottimismo. Una “fase di passaggio –allora si sottolineò- ad una dimensione più adulta, di assestamento verso livelli più alti, consolidamento delle capacità espresse”.

 Ben preciso era l’identikit tracciato dal Censis su un modello di vitale “economia sommersa”. Una vitalità del Centro-Sud che, però, non poteva durare all’infinito. Il futuro dipendeva dall’accortezza di istituzioni e imprenditori, e dalle loro capacità, per uscire dalla dimensione artigianale e provinciale.

“L’importante è –raccomandò Alberto Aiardi- che si acquisti maggiore coscienza delle prospettive esistenti, nella convinzione di impegnarsi a progetti di più vasto respiro come i tempi richiedono”.

Né mancò una lungimirante attenzione per i problemi della competitività, come per i pericoli e i danni della corruzione burocratico-amministrativa, del clientelismo e delle protezioni mafiose. Nella “Milano del Sud” i nuovi imprenditori emergenti chiedevano, quale strumento prioritario, un sistema creditizio snello e moderno per favorire la spinta agl’investimenti e allo sviluppo. Dopo quanto si è visto nel mondo politico e delle banche, a voi giudicare se questi anni trascorsi da quel rapporto di De Rita siano serviti a consolidare un Sud, il nostro, che somigliava tanto al Nord. O se quello trascorso non sia stato piuttosto il tempo del gambero. Dopo che, con la politica parolaia e la crisi, si è perso il gusto per il lavoro e il rischio.

Ma sentiamo cosa dice oggi De Rita, ponendo l’accento sulla crisi della partecipazione politica e sull’astensionismo-record: “Nei social e nei media l’opinione prevalente è la distruzione della storia per concentrarsi sul futuro. Come se la cultura contemporanea avesse bisogno di mangiarsi il passato, di vivere fuori dalle piazze di una volta. C’è l’ambizione di costruire le autostrade per il futuro. Ma la mia impressione è che se non sanno gestire bene le città di una volta non si possono neppure abbozzare le autostrade del futuro.”

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