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Focus sul mercato estivo.

Valore & Valori 158

di Mario Travaglini

        Anche se non siamo ancora al 21 giugno possiamo dire che l’estate è iniziata, almeno dal punto di vista borsistico. Vediamo dunque più da vicino che cosa ci aspetta per i prossimi mesi. Volgendo lo sguardo al recente passato constato in primo luogo che, da ottobre, quattro fattori hanno sostenuto il mercato: crescita solida, inflazione in calo, aspettative di tagli dei tassi da parte della BCE e forza dei titoli tecnologici. Tutti questi elementi essendo ancora presenti, mi spingono a dire che la situazione non cambierà nel brevissimo periodo e che è ragionevole pensare che il mercato rimarrà ancora positivo. In secondo luogo, ritengo che ci sarà una certa volatilità per il semplice fatto che i mercati non potendo salire  ogni giorno saranno caratterizzati da operazioni di breve durata se non addirittura da stress speculativi. La causa principale di questa volatilità è alimentata dalle aspettative degli investitori su quando la BCE e , sopratutto, la Fed taglieranno i tassi.  Ho già raccontato che ad aprile le azioni sono scese perché i mercati pensavano che le banche centrali non avrebbero tagliato i tassi nel corso del 2024. Da allora i mercati si sono ripresi e ora credono che potrebbero essere abbassati almeno due volte prima della fine dell’anno. Ricordo, tuttavia, che la volatilità non crea problemi purché il mercato sappia che la prossima mossa sarà un taglio. Non ha alcuna importanza se il taglio avverrà a luglio o a dicembre o in mesi diversi dai precedenti. Pertanto, se il mercato dovesse volgere al ribasso nelle prossime settimane a causa delle preoccupazioni sui tagli dei tassi, questa potrebbe essere un’opportunità per aumentare l’esposizione in quanto non si tratta di un grave fattore negativo a lungo termine. E, proprio a proposito di lungo termine, la mia preoccupazione principale rimane la crescita economica. Al momento la situazione è positiva, ma occorre rimanere vigili per individuare segnali di reale declino, perché questo è il tipo di evento che potrebbe porre fine al rialzo ora in atto. Se i tassi restano elevati e la crescita economica è forte, i mercati possono continuare a fare bene in questo contesto (ricordiamo che l’intero rally da ottobre ad oggi è avvenuto con tassi vicini al 5,5%). In sintesi, poiché le prospettive a medio e lungo termine rimangono generalmente positive non dobbiamo lasciarci influenzare dai titoli allarmanti sui tassi e sui relativi tagli. Non saranno i tassi a mettere fine a questo mercato rialzista. Ma potrebbe verificarsi un rallentamento dell’economia, quindi questo è il rischio principale che occorre monitorare questo momento. In sintesi, i dati della scorsa decade sono stati generalmente buoni indicando una discreta propensione alla crescita sia a medio che a lungo termine. Ed è certamente una una buona cosa! Ma i mercati oggi sono concentrati sul breve termine e in questo momento i dati, che pur essendo “buoni” in prospettiva,  non sono in grado di agire positivamente sui prezzi delle azioni perché spingono i tassi sempre più in alto. In sostanza il mercato borsistico è affamato di notizie come non mai e resta attento ad ogni tipo di report e sensibile a qualsiasi dato che potrebbe ritardare il taglio dei tassi. Il rapporto chiave della scorsa settimana è stato il Core PCE Price Index  che ha mostrato come l’indice dei prezzi, avendo consolidato la discesa rispetto ad aprile, abbia rafforzato  l’idea che la prossima mossa delle banche centrali sarà un taglio dei tassi.

Queste le notizie tecniche. Poi ci sono le notizie politiche che spesso e volentieri sovrastano le prime facendo prendere ai corsi borsistici direzioni imprevedibili che con l’analisi tecnica non hanno nulla a che fare. Quanto accade in queste ore in America con la condanna di Trump ed i sondaggi che lo danno ancora favorito può far saltare il banco. Come ho avuto modo di scrivere  nel novembre 2023, i due “Vuoti a perdere” hanno le carte in regola per destabilizzare l’economia del mondo. Occhio, signori. Occhio.

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