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IL LIBRO CHE HO VISTO NASCERE

 Educazione e ambiente / 158

di Cosimo Costa 

 

Qui di seguito riportiamo il testo dell’intervento del prof, Cosimo Costa Associato di Pedagogia Sociale alla LUMSA di Roma, che unitamente al prof. Marco Antonio D’Arcangeli, è stato tra i relatori in occasione dei due eventi organizzati da Centralmente a L’Aquila con L’Università e ad Avezzano con il Comune

PLP

 

 Ho letto “Il Limite” nella sua primissima versione e ciò che continuava a riecheggiare nella mia mente durante la lettura è una parola molto particolare: combattere. Combattere attivamente per il nostro ambiente, combattere attivamente per la sua conservazione, combattere attivamente per non farlo distruggere. Per far comprendere il valore di tale termine, non posso esimermi dal dire i vari discorsi fatti con l’autore quando conclusi di leggere il libro. Originariamente il libro portava solo il titolo, “Il Limite”. Non presentava un sottotitolo. Quando mi confrontai con l’autore, espressi la mia opinione secondo la quale bisognava dotare il libro anche di un sottotitolo. Nel parlare delle mie sensazioni, dissi all’autore che quella di cui lui parla nel testo è una lotta che ci riguarda da vicino. Da queste parole nacquero una serie di confronti quasi quotidiani da cui, involontariamente, venne fuori una frase di Albert Camus: “Questa lotta vi riguarda”, frase che funge da titolo per il testo “Corrispondenze per Combat 1944-1947”. Certo, il testo di Camus è diverso dal testo di Regni. Ma nei due testi c’è una voce che li accomuna: la voce appassionata e assetata di giustizia, libertà e verità. La voce di un combattimento, di una lotta che, nel caso di Regni, “ci riguarda” perché tocca la natura, l’ambiente, l’ecologia. Tocca noi stessi, ciò che siamo, il cuore della nostra esistenza e del nostro futuro.

Si comprende che il libro non può inquadrarsi nell’articolata ma anche arida e chiusa riflessione accademica. È un libro che invece richiama all’azione. E non a caso è questo un libro che nasce dall’impegno civico concreto dell’autore, attivamente coinvolto in una battaglia ambientale nella sua città: Gubbio. Si guardi a tal proposito alcuni tra i tanti articoli che riguardano la città umbra: Un equilibrio compromesso dell’11.12.2022; L’economia dei due Francesco: spirito del tempo o tempo dello spirito? del 09.10.2022; L’anno che verrà, che cosa porterà alla mia città? del 09.01.2022. Articoli in cui la lotta di Regni si rivolge in primis ai “cementifici che sono peggio degli inceneritori, dal punto di vista delle emissioni”.

Ma è adesso giunto il tempo di considerare alcuni passi del libro, cercando innanzitutto di sondare il significato del titolo. La voce dell’autore, espressa settimanalmente nei tantissimi articoli pubblicati nella rivista “Centralmente“, oltre che parlare di lotte, denunce, ecologia, è tessuta attraverso un concetto filosofico e insieme pedagogico molto particolare: quello di “limite”. È questo un termine che può prospettarsi nella necessità di un auto-limitarsi per prevenire catastrofi ecologiche e sostenere uno sviluppo sostenibile. Ma è anche un termine che rimanda a miglioramento.

Università dell’Aquila; Presentazione del Libro IL LIMITE -Questo impegno ci riguarda: intervento del   prof. Cosimo Costa. alla sua destra il prof. Marso Antonio D’Arcangeli, la prof. ssa Silvia Nanni e l’Autore Raniero Regni ( Foto Centralmente)

Nell’articolo dal titolo Che cosa si perde vincendo del 9.05.2021, non a caso si legge: “Può migliorare se stesso solo chi ha scoperto il suo limite, l’ha accettato ed ora può pensare anche di migliorarlo e questo è il suo grande valore educativo”. La consapevolezza del limite pertanto non è rassegnazione, accettazione passiva o tolleranza. Essa è piuttosto rivolta civica, impegno attivo. Nell’articolo  La rivolta e il limite, l’autore scrive: “Il limite ha uno stretto e sottile legame con la rivolta. Esiste una rivolta contro il limite che è quella del pensiero moderno, una sacrosanta rivolta contro la povertà, le malattie, lo sfruttamento”. Ma esiste anche “una rivolta che nasce proprio dal senso etico del limite”. Il continuo richiamo alle figure di oppresso e oppressore di Paulo Freire è evidente, e la “forza” del richiamo altrettanto forte. Parole quali limite e rivolta divengono sinonimo di uno stile che facilmente può inquadrarsi in una pedagogia critica, mirata a formare cittadini consapevoli, in grado di pensare autonomamente e non essere ripetitori del già pensato.

La riflessione sui rifiuti diventa un’osservazione privilegiata per esplorare e denunciare all’origine tematiche più ampie come la politica, l’economia, e l’informazione. Interessante, a tal proposito, è un articolo, scritto durante la pandemia, dal titolo Respirare, in cui l’autore, nostalgicamente e per alcuni versi poeticamente, scrive: “Incenerire rifiuti, invece di riciclarli, pensando che scompaiano nel nulla, ignorando che quel nulla è in realtà il tutto dell’aria. Respira. Una società malata di economia, che ha divinizzato senza limiti il Prodotto Interno Lordo, perde il rapporto con il soffio Divino e il respiro della Terra. Respira. L’aria di cui si sente la mancanza nelle aree inquinate, nel traffico, aria che si fa irrespirabile nei rifugi sotto un bombardamento. Respira. Il fiato che i bambini trattengono perché minacciati dalla guerra e dalla paura, quando l’aria “odora di filo spinato”, quello dei campi di prigionia o dei confini tra gli stati. Respira. Domani finalmente toglieremo le mascherine e forse scopriremo che il nostro modo di respirare influenza l’intera nostra esistenza. L’aria, sorella dell’anima, ciò che non si vede e non si tocca, è ciò che ci fa vivere”.

Ultimo aspetto che mi sento di dire. Il libro mantiene un filo conduttore coerente, collegando i vari articoli in un discorso sistematico e approfondito. Mantiene sempre il filo della speranza, definita non come certezza di successo ma come consapevolezza del significato degli sforzi. Nell’articolo È troppo tardi per essere pessimisti, l’autore, riprendendo una frase di Havel, scrive: “La speranza non è la certezza che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso, comunque vada a finire”. Questo genere di speranza permea tutto il testo, offrendo una visione di impegno continuo e significativo per il futuro.

“Il Limite- Questo impegno ci riguarda” è quindi un invito alla riflessione e all’azione, una raccolta che offre spunti profondi e multidisciplinari sull’urgente questione ambientale ma è anche una importante testimonianza circa l’importanza di riconsiderare il nostro rapporto con la natura per garantire un futuro sostenibile. Riconsiderare il rapporto con la natura, come l’autore scrive nell’articolo Dall’intelligenza naturalista all’intelligenza ecologica, “attraverso una educazione ambientale che possa rappresentare un messaggio di sviluppo di nuove possibilità e persino di forme di vita umana più felici”. La necessità, dunque, di una nuova alfabetizzazione ambientale diviene necessaria, anzi vitale.

 

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