HomeLa RivistaNostro figlio è un piccolo guerriero.

Nostro figlio è un piccolo guerriero.

Sport / 157

S.S.S. Special Sort Story/8

 a cura  di  Alessandro Palazzotti

 

“Attraverseremo insieme questo regno E attenderò con te la fine dell’inverno

Dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente

Io sarò con te e sarò il tuo guerriero.”

(Marco Mengoni).

 

Su queste pagine stiamo raccontando, raccogliendo le testimonianze di mamme e papa’ tanti diverse storie, tutte diverse tra loro, che hanno in comune un tema, la disabilita’, le sue cause, che stiamo vedendo essere numerosissime, come e’ stata diagnosticata, affrontata per superarne i gap che ne sono derivati e come lo sport ha agito in modo sempre determinante per raggiungere obiettivi e risultati di autonomia piu’ o meno forte o comunque di convivenza cosciente e serena. La storia di Federico Fazio, nato con sindrome di Down, il suo percorso tra ospedali ed otto operazioni, merita di essere definita, come la definisce la mamma, la storia di un piccolo guerriero.

“Federico è un ragazzino molto socievole, allegro, giocherellone, sempre sorridente,  in una parola: “adorabile”. Si fa voler bene da tutti con molta facilità, complice anche il suo aspetto che ispira dolcezza.

Federico è nato il 27 Novembre 2007 a Lamezia Terme presso la Clinica Michelino. Ci comunicarono subito la diagnosi: Federico ha la Sindrome di Down. Da lì è iniziato il calvario.  Fu trasferito in ospedale civile di Lamezia perchè la clinica non era attrezzata adeguatamente. Rimase ricoverato una settimana  dal momento che aveva difficoltà nell’emissione di meconio.  Da Lamezia fu trasferito poi a Catanzaro, in chirurgia pediatrica, per una sospetta occlusione intestinale. Lì fu sottoposto alla prima operazione,  la prima di una lunga serie – sottolinea papà Sergio –  perchè non risolse il problema.  Da Catanzaro fu trasferito ancora a Cosenza dove venne operato nuovamente e dove ci comunicarono che Federico aveva anche la malattia del Megacolon congenito (Hirschsprung). Da allora fu un continuo via vai dall’ospedale di Cosenza . C’è da dire che Federico in questi frangenti si è sempre dimostrato forte, addirittura sorridente, e questo ha aiutato molto noi genitori, piuttosto affannati.

Al fine di migliorare le condizioni di Federico, siamo arrivati fino all’ospedale Gaslini di Genova, ma non ci siamo trovati bene. Oggi siamo in cura al Bambin Gesù  dove, per finire,  a Federico è stata diagnosticata anche la celiachia ed un’intolleranza a tutti i derivato del latte. Non bastavano la Sindrome di Down ed il megacolon per dimostrare l’innata forza che Federico tira fuori quando è il momento di lottare. Una forza tale che, in questi anni, ha saputo insegnare tanto a noi genitori.

Federico, nonostante la sua giovane età, ha già subito otto interventi chirurgici, noi lo chiamiamo “il piccolo guerriero”. Giorno dopo giorno ci siamo resi conto che il suo arrivo ha arricchito la nostra vita.

Lo sport

Federico ha iniziato a praticare sport nel 2013 con il Team  Special Olympics Asd Lucky Friends. Da subito si è trovato bene, sia con gli altri atleti, sia con i tecnici. A soli 8 anni, nel 2016, ha partecipato per la prima volta ad un evento: i  Play the Games  in Basilicata, l’anno successivo ha ripetuto l’esperienza a Lamezia Terme e nel 2018 ha finalmente gareggiato ai Giochi Nazionali Special Olympics a Montecatini. Il suo sport è l’atletica. Ce ne siamo resi conto fin da quando era piccolissimo: Federico ama correre. A Montecatini  ha gareggiato nei 50m e nel lancio del Vortex guadagandosi i primi posti. A lui, però, non sono mai interessati i piazzamenti, piuttosto ama correre, ama ridere, ama abbracciare. Corre, corre sempre e lo fa sorridendo. In genere termina  la sua corsa cercando l’abbraccio di chiunque gli capiti di fronte, è una sorta di rassicurazione per lui, per farsi dire che è stato bravo.

Da quando pratica sport Federico è migliorato molto, è più socievole ed aperto agli altri, ed è anche più autonomo. Quando si tratta di partire con il suo Team è sempre il primo a salutarci candidamente e a salire sul pullman per il suo viaggio verso la piena inclusione. Se da un lato, infatti, ha maturato una maggiore consapevolezza delle sue potenzialità, dall’altro sente forte il desiderio di condividere tutte le esperienze con il suo Team.

Alla luce di quanto abbiamo vissuto nella nostra esperienza, ad altri genitori che  si trovano a vivere un viaggio simile al nostro con un figlio problematico mi sento di consigliare di non trascurare mai la pratica sportiva. Fate fare sport ai vostri figli,  tenetelo presente tra le attività essenziali. Fate a meno di altre opportunità magari, ma non trascurate lo sport.  “

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