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PUTIN, IL GRANO DELL’UCRAINA E LA TREBBIATURA DEL NONNO EX EMIGRANTE IN AMERICA

Attualità e Amarcord / 64

PUTIN, IL GRANO DELL’UCRAINA E LA TREBBIATURA DEL NONNO EX EMIGRANTE IN AMERICA

 di Marcello Martelli

Se fosse ancora in vita, intervisterei il mio nonno materno, Livio. Era un uomo buono e anche saggio, che parlava volentieri con i suoi nipoti. Spesso mi raccontava delle sue dure vicissitudini di ex emigrante in America. Dove aveva vissuto anni di lavoro e sacrifici, accumulando i risparmi necessari per acquistare un fondo agricolo, tornando in patria, dove lo attendeva la sua famiglia. Sulle verdi colline in vista del Gran Sasso, nonno Livio era diventato “coltivatore diretto” d’una “masseria” (così chiamata allora). Da dove a noi ragazzi riportava in paese tutte le primizie di stagione. E grazie al nonno-coltivatore, imparai a scoprire e apprezzare i sani e genuini prodotti della terra. Ricordo i giorni della trebbiatura, davvero speciali e di gran festa per me, anche se la mattina ero costretto a svegliarmi molto presto, per seguire a piedi su “li cull” (sui colli) nonno Livio che, da gran regista, dirigeva il magico rito della trebbiatura. Indimenticabili quei volti dei trebbiatori cotti dal sole, mentre l’antica trebbiatrice tracciava rumorosamente l’iter delle spighe che diventavano chicchi di grano. Quello era un lavoro duro per i lavoratori dei campi, ma noi ragazzi non lo sapevamo. Ottimi i cibi caratteristici della trebbiatura e divertenti i balli sull’aia per festeggiare la raccolta più importante che portava farina e pane nelle famiglie di ricchi e poveri. Un mondo scomparso anche questo, visto che nelle campagne non si coltiva più il grano e il rito della trebbiatura è quasi scomparso. A mio nonno vorrei rivolgere tante domande per ascoltare le sue risposte di saggio d’altri tempi. Gli chiederei non solo di Putin che vuol negarci tutto, persino il grano dell’Ucraina. Per affamarci. Vorrei sapere perché nelle nostre campagne non coltiviamo più il frumento, anche se oggi -lo dicono gli esperti di finanza- si fa il…“grano con il grano”. Basti pensare che l’oro in borsa ha reso il 5% negli ultmi12 mesi, l’avena il 78%, il grano il 63%. Un bel colpo per chi ha scommesso sulle materie prime agricole. Ma ora, anche in campagna, le cose da un bel po’ vanno sempre alla rovescia. Né riesco ad immaginare la gran delusione del nonno per una trebbiatura oggi difficile da fare. Per mancanza di grano e, soprattutto, di manodopera. Dove trovare chi accatasta la paglia, l’attaccatore delle balle di fieno, il camaiuolo, i carristi, i tagliaspago, i manovali, il meccanico ed infine il cuciniere? Tutti introvabili ed è impossibile ripetere il magico rito della trebbiatura come un tempo. Tutti seduti sul divano con il reddito di cittadinanza. Un altro rompicapo che nonno Livio non saprebbe capire né spiegarmi

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