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GENITORI DI SEGNO OPPOSTO

Editoriale 62

Genitori di segno opposto

                                       di Pierluigi Palmieri

La proliferazione dell’’uguale è un pieno dove non traspare che il vuoto

Byong Chul Han

 Nella sezione “I Post della settimana” continua  la nostra  ricerca di contenuti che si distinguano per pregnanza di significato e vadano oltre la  banalità che purtroppo domina la comunicazione sui social. La selezione risulta, sempre più difficile perché il  martellante susseguirsi delle “notizie” che provengono dagli “amici”  di Facebook, dai follover di Instagnam e dai “contatti” di Whatsapp, lascia spazio ad una lettura solo parziale del messaggio,  che più è breve e più è “condiviso”. Il giudizio del ricevente è di solito istantaneo e capita spesso di registrare dei “like” indifferentemente per compleanni ed eventi luttuosi. Superficialità ed omologazione rubano  spazio ai contenuti, gli approfondimenti sono molto rari e la riflessione pressoché  impossibile. I social sono sulla bocca ( e sulla tastiera) di tutti, e tra questi “tutti” sono spuntati tantissimi cloni dei vari Einstein e Froid,  Dante Alighieri e Ghoete, Montale e Merini, Shakespeare e Pauto, fino a Socrate e Cicerone, ma anche a Napoleone e Wiston Churchill, che, per asseverare  la “propria” profondità di pensiero e la spaziosità dei rispettivi orizzonti culturali, prelevano a piene mani dalle ben nutrite fonti di  internet, aforismi, frasi celebri versi e assiomi . Come non essere d’accordo  con Byon Chul Han, quando sostiene che i social media rappresentano un atrofizzazione della società perché non facilitano gli incontri con gli altri ma rendono agevole trovare l’ Uguale, un  sempre “nuovo Uguale“. D’altro canto, nella comunità del “like” si incontra solo se stessi o i propri simili e i cosiddetti shitstorms sono ondate d’ira che  non lasciano spazio alcuno alla discussione (L’espulsione dell’altro, 2017).

Questa non è una condanna bensì una constatazione, perché  ogni settimana per rintracciare  un post  degno di essere pubblicato “anche” sulla Rivista devo armarmi di tanta pazienza e usare il “tubo Geiger” contro le contaminazioni da banalità. In questo mare di superficialità o per dirla sempre con Chul Han in questa “tempesta di cacca”, mi ritrovo sistematicamente nei panni  del pescatore che cerca  prendere all’amo un pesce d’acqua dolce in alto mare.

Questa settimana “la pesca”  ha  portato a galla  due episodi che non possono passare inosservati.  Protagonista la categoria dei genitori  che con i loro comportamenti di segno opposto hanno contribuito comunque a rompere la deleteria routine del sempre nuovo uguale. Il primo suscita apprezzamento e solidarietà  e  l’altro assoluta condanna. 

Nella sezione i Post della settimana i lettori trovano la storia di Nicolò, il bambino colpito dal morbo di Alexander destinato purtroppo ad una vita breve e quella di due bambini che, trascinati a largo dalle onde, stavano per annegare nel mare di Castel Volturno e sono stati salvati dal generoso gestore del loro stabilimento balneare, Rahhal Amarri, che per farlo ha perso la vita. Ebbene il post pubblicato su facebook in  gli amici di Nicolò si riferisce all’ultimo giorno di scuola del bambino colpito dalla Sindrome di Alexaneder, che sprizza felicità da tutti i pori (E’ TERMINATO UN ANNO SCOLASTICO “MERAVIGLIOSO” – Centralmente ) e manda un segnale forte sulla forza d’animo dei suoi genitorii quali  stanno scalando la “montagna impossibile” della malattia che prevede “solo cure di supporto”.

Questi genitori chiedono di essere aiutati a far conoscere, ancor di più, Nicolò e la loro associazione.

  I genitori dei bambini salvati, come abbiamo appreso dal post pubblicato dalla Nella Mele, non hanno manifestato alcun segno di solidarietà e riconoscenza alla famiglia  dello sfortunato Rahhal Amarri. Questi atteggiamenti di tipo opposto parlano da soli. Raccogliamo quindi l’invito dei genitori di Nicolò a diffondere la loro mission mentre invitiamo i genitori, dei due “fortunati” bambini a raccogliere l’invito di portare la dovuta solidarietà alla famiglia di Rahhal, meritevole della medaglia d’oro al valore civile. (E’ TERMINATO UN ANNO SCOLASTICO “MERAVIGLIOSO” – Centralmente)

 

 

 

 

 

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