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LE OTTO MONTAGNE di  van Groeningen e Vandermeersch Premio della Giuria a Cannes al Festival di Cannes 2022

Recesioni / Film/ 61

LE OTTO MONTAGNE di  van Groeningen e Vandermeersch

Premio della Giuria a Cannes al Festival di Cannes 2022

  di Valentina Di Palma

….un film intenso e ai due registi va riconosciuta  la capacità e la cura nel rendere protagonista anche la montagna restituendone con fedeltà la bellezza contemporaneamente alla sua durezza e impietosità….

“Al centro del mondo c’è la montagna più alta, il Sumeru, circondato da otto mari e otto montagne.

La domanda è: chi ha imparato di più chi ha visitato le otto montagne o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru?”

Questa la domanda che fa riferimento ad un’antica leggenda nepalese, è quella che Pietro pone al suo amico Bruno, fil rouge del  film “Le Otto Montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch”. Il film è tratto dal libro di Paolo Cognetti (Premio Strega 2017).

Il film racconta la storia di un’amicizia eterna, un legame che attraversa tutta una vita. Un’amicizia nata tra due bambini che, divenuti uomini, cercano di prendere le distanze dalla strada intrapresa dai loro padri ma, per le vicissitudini e le scelte che si trovano ad affrontare, finiscono sempre per tornare sulla via di casa.

Pietro è un ragazzino di città; Bruno è l’unico bambino di uno sperduto villaggio sui monti della Val D’Aosta. I due si conosceranno durante un’estate in cui i genitori di Bruno, per scappare dallo smog e dallo stress di Torino, acquistano una casa nel minuscolo paese di Grana, in Val d’Aosta. I due bambini diventano subito amici: una comune passione per la natura, li fa avvicinare ma una proposta troppo azzardata della famiglia di Pietro al padre di Bruno li farà allontanare.

Per i due amici incomincia i tempo della lontananza che scorre inesorabile e li vede diventare adulti quasi si dimenticandosi l’uno dell’altro: Pietro non si reca più a Grana e inizia a viaggiare alla ricerca di se stesso; Bruno tornerà a Grana, coronando il sogno i diventare allevatore di vacche e mettere su una malga per la produzione di latte e formaggio.

Nello scorrere della pellicola la domanda è sempre la medesima:

“Al centro del mondo c’è la montagna più alta, il Sumeru, circondato da otto mari e otto montagne. La domanda è: chi ha imparato di più chi ha visitato le otto montagne o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru?”

Pietro è quello che va; Bruno quello che resta.

Al proprio destino non si sfugge e i due saranno costretti a rivedersi e a non perdersi più.

Il padre di Bruno, prima di morire lascia a suo figlio non solo il terreno e il desiderio di costruire lì una casa, ma anche il rinfocolarsi del legame tra i due amici.  Bruno e Pietro costruiranno quella casa insieme e mattone, dopo mattone, ricostruiranno anche la loro amicizia dove ritroveranno casa e radici . Una storia d’amore costruita sul legame tra i due protagonisti attraverso le parole non dette, gli sguardi, i silenzim proprio come accade nella realtà. La sensibilità dei due registi tratteggia in modo deciso e verosimile la costruzione dell’amicizia tra i due protagonisti superando le loro diversità.

Luca Marinelli (Pietro) e Alessandro Borghi (Bruno) sono gli interpreti sublimi e ritrovano qui la stessa sintonia di sette anni fa quando girarono insieme Non essere cattivo (Caligari, 2015). I due attori sono assolutamente credibili: amici fraterni sul set così come nella vita reale.

Le Otto Montagne, una co-produzione italiana, belga e francese, nelle sale cinematografiche con Vision Distribution, è un film intenso e ai due registi va riconosciuta la capacità e la cura nel rendere protagonista anche la montagna restituendone con fedeltà la bellezza contemporaneamente alla sua durezza e impietosità.

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