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DALLA PACE DI CASAMARI PARTONO “LE AVVENTURE DELL’EDUCAZIONE”

 

Editoriale /59

DALLA PACE DI CASAMARI PARTONO “LE AVVENTURE DELL’EDUCAZIONE”

   Nella settimana che sta per entrare cade un evento che era nell’aria  da qualche mese, ma non ha visto la sua concretizzazione per una serie di contrattempi a cui non è stato estraneo, ancora una volta, il maledetto Covid19 con tutte le sue varianti rompiscatole. A Casamari, nella splendida cornice dell’Abazia dei Monaci  Cistercensi sarà presentato “in prima assoluta” l’ultimo libro di Raniero Regni, che porta un titolo che è tutto un programma: LE AVVENTURE DELL’EDUCAZIONE.

Qui  con immenso piacere faccio questo annuncio, perché con Raniero ho condiviso tutto il complesso percorso editoriale che lo ha portato alla pubblicazione di un opera preziosa per quanti vogliano approfondire le tematiche pedagogiche essenziali per muoversi nella complessità educativa del momento.

Considero un privilegio, aver avuto l’occasione di leggere il testo fin dalle prime bozze e di averne potuto cogliere il senso, che è fondamentalmente frutto della ben nota “generosità” intellettuale di Raniero Regni, la stessa  che proprio mentre era impegnato nella preparazione di “Le Avventure”, lo ha spinto ad accettare di aprire la rubrica “Il Limite” nella sezione Educazione&Ambiente della Rivista della Domenica, contribuendo a dare spessore alla nostra testata. Gliene sono grato, come del resto sono convinto lo siano i nostri lettori, che, in tanti, me ne danno continuo riscontro.

Le avventure dell’educazione già dal sottotitolo evidenzia la volontà di sostenere  e guidare i soggetti dell’educazione nel tortuoso percorso dell’interculturalità, ponendo, capitolo per capitolo a mo’ di pietre miliari ,le argomentazioni, puntualmente  integrate ed attualizzate, dei suoi scritti precedenti .  Secondo Regni l’interculturalità, ha per sfondo due “super-oggetti”: le Civiltà e il processo di Globalizzazione. Delle civiltà tratta sin dal primo capitolo, riprendendo il filo del discorso avviato nella sua introduzione a “Origine e senso della storia”  di K. Jaspers, per ricordare che sono nate tutte dalla stessa “crisi assiale”, all’incirca cinquecento anni prima di Cristo, e sono sviluppate pressoché indipendentemente le une dalle altre per incontrarsi solo oggi nello “scenario planetario”. Della globalizzazione mette a fuoco i due ventenni che si sono succeduti a partire dal 1980. Nel primo hanno prevalso la fiducia e l’ottimismo verso  un mondo sempre più aperto ed interconnesso, da cui è emersa l’esigenza dell’educazione interculturale legata alle migrazioni e all’integrazione scolastica. La  complessità e la crisi  hanno caratterizzato il periodo 2000-2020, unitamente al nazionalismo e alla diffidenza, che, sostiene Regni, “hanno preso i volti della crisi economica, del terrorismo internazionale, forse di nuovo dello scontro di civiltà e, infine, della pandemia”.  Nel testo si evidenziano sia le spinte pro- globalizzazione che quelle contro, ma il Nostro rafforza le tesi che da più di un anno sulla nostra rivista lo vedono impegnato a contestare il “turbocapitalismo neo liberale” che spinge alla globalizzazione senza alcun limite.

Questa parola è stata usata sistematicamente in ognuno dei sessanta articoli scritti a tutt’oggi da Regni per Centralmente la Rivista della Domenica nella rubrica, non casualmente,  intitolata come già detto Il limite. La ritroviamo nel paragrafo dedicato alle “Antinomie dei valori e dell’educazione” (in Cap. VI), dove afferma che “i valori educativi come i valori in genere, implicano un “limite”,  nel senso che impongono una misura e un indirizzo all’azione umana e implicano anche un sacrificio.

Ai tanti interrogativi sui rapporti tra sapere e credere, tra conoscenza e saggezza, tra rigore e grazia, tra autorità e autonomia, tra centralità dei talenti innati e centralità degli strumenti acquisiti, tra libertà e legami, Regni risponde ribadendo che oggi “dobbiamo educare ai valori che liberano e a quelli che uniscono. Educare quindi alla libertà, all’indipendenza, all’autonomia, alla creatività individuale”.

 

In questo trova l’avallo di Platone tra i primi a sostenere che l’educazione è una forma di liberazione, che serve a sciogliere catene e a uscire dalla caverna delle paure e delle insicurezze.

Nel  Capitolo iniziale,  il più lungo, domina il tema  dell’educazione e delle civiltà sul quale poggiano coerentemente tutti gli altri sette che trattano il problema dell’identità, con riferimenti a Weber e Marx, con attenzione alla Cina e agli Aztechi, al contributo della donna all’educazione dell’umanità (ancora con Jaspers),  per finire con  approfondimento sulla complessità del fenomeno Sport,  di cui propone  un’originale formula pedagogica condita di riletture di “firme” importanti che vanno (ne cito solo alcune)  da Huizinga a Ortega, da Nietzsche a Fink, da Guttmann a Ravaglioli, di cui segnalo con orgoglio “LA Filosofia dello sport” ristampa del testo del 1990 che ho curato nel 2015.

A Casamari per l’organizzazione dell’IRASE della nuova instancabile Presidente Mariolina Ciarnella, il testo sarà presentato dal prof.  Refrigeri, Professore emerito di Pedagogia dell’Università di Cassino. Daremo conto nel prossimo numero della Rivista del suo intervento e di quelli degli altri prestigiosi relatori citati nella locandina inserita sotto il titolo di questo editoriale con in testa l’abate Don Loreto Camilli ed il Rettore dell’Istituto San Bernardo Padre Pierdomenico Volpi.

 

 

 

 

 

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