Editoriale / 57
LA LENTEZZA PREMIA ? A SCUOLA SI
di Pierluigi Palmieri
“Auguri mamme e grazie per esserci sempre state!”. Così il nostro Enea di Ianni conclude l’introduzione alla sua poesia Ddu’ mamme che pubblichiamo oggi nella rubrica Abruzzesità poetica. L’8 maggio “Festa della Mamma” quest’anno cade di domenica e nella nostra rivista, che porta il nome di questo giorno, non può mancare la celebrazione della figura più significativa della famiglia. Di Ianni ci ricorda che “i tempi nuovi hanno aperto la società alle “adozioni”, altro stupendo dono che ha permesso a tante coppie di vivere la genitorialità adottando bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze e a tanti di questi di poter godere delle cure, delle attenzioni e del calore di una famiglia”.
Il pensiero non può non andare alle migliaia di mamme costrette con i loro bambini a lasciare l’Ucraina dove i mariti sono restati a combattere contro le truppe dell’invasato invasore. Come va pure ai tanti minori africani che, costretti a distaccarsi dalle madri, sbarcano sulle nostre coste per fuggire dalle guerre e dalla povertà. Il titolo della lirica “Due mamme” pronunciato in dialetto (Ddu’ mamme) ne rafforza il già pregnante significato che il lettore, ne sono certo, apprezzerà, perché pone l’accento sull’impareggiabile ruolo della Mamma, di ogni Mamma.
In questo 8 maggio però, si celebra anche la giornata mondiale della “lentezza”, una parola a me particolarmente cara perché al solo nominarla mi si ripropongono tante sensazioni positive. Tra queste comprendo il piacere di stare a tavola rispettando i tempi, pause e modi del mangiar bene e del degustare un buon vino (quanto sono azzeccati i canoni del sommelier, che danno la priorità all’esame visivo, a cui fanno seguire quello olfattivo per chiudere con la valutazione del gusto!). Che dire del passo lento che permette dell’Alpino al ritmo di Trentatré di raggiungere le vette più alte delle montagne più impervie?: che dire del Kalipè Kalipè (“passo corto e lento”), la raccomandazione/ augurio che gli himalayani fanno sempre a chi si incammina per le loro montagne ?. Mettiamoci anche la curiosità per l’antico paradosso di Zenone Achille e la Tartaruga, la simpatia per la “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Sepulveda, e la lettura rilassante e coinvolgente del romanzo di Milan Kundera intitolato proprio La lentezza, che nelle mie preferenze ha conteso il primato al più famoso L’insostenibile leggerezza dell’essere. Sappiamo che Zenone con il suo paradosso vuole dimostrare l’infinita separabilità del tempo sostenendo che il mitico “ Piè veloce”se dovesse concedere un piede di vantaggio all’animale ,sinonimo di lentezza, non riuscirebbe mai a raggiungerla perché nel frattempo la tartaruga si sarebbe spostata in un punto più avanzato; che Sepulveda fa scoprire alla lumaca che la causa della sua lentezza è nel peso della “casa” piena di esperienza che porta “sulle spalle”; che Kundera considera la lentezza come emblema della memoria. Questi importanti personaggi hanno scritto pagine da considerare come pietre miliari per l’argomento che stiamo trattando e per questo in occasione della Giornata mondiale della lentezza tornano alla ribalta e vengono commentati da tanti con dovizia di particolari.
Diverse fonti negli ultimi anni, per l’occasione, hanno fatto ricorso ad una sorta di ricettario con sintetiche prescrizioni, talora banali e scontate, in altri casi originali e convincenti.
Tra questi ultime, mi piace dare spazio ad un “pentalogo” diffuso in questi giorni da Tgcom, accompagnato peraltro con delle simpatiche e significative animazioni di cui consiglio la visione ( Giornata mondiale della lentezza: 5 consigli per rallentare un po’ – Tgcom24 Video | Mediaset Infinity . Eccole le prescrizioni:
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disconnettersi (prova a spegnere i tuoi dispositivi per qualche ora)
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praticare sport (l’attività fisica è una vera e propria terapia preventiva)
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fare bagni rilassanti
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fare pet therapy (coccolare un animale suscita sentimenti e pensieri positivi)
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ascoltare musica (può ridurre lo stress del 65%).