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L’EURO SARA’ VIRTUALE?

Economia&Finanza / 57     

                                 

 L’EURO SARA’ VIRTUALE ?

di Mario Travaglini

Se ne parla poco o punto, ma c’è un progetto delle banche centrali che mira a foggiare una valuta da sostituire all’euro fisico attraverso la quale poter controllare l’intera massa monetaria in circolazione. Non è una buona notizia né per i nostri risparmi né, tanto meno, quando l’inflazione sale. Gli effetti negativi della inflazione alta li conosciamo bene : lo Stato paga più interessi sul debito pubblico e sottrae risorse alla sanità, alla sicurezza, ai trasporti, ai servizi in genere, aumenta il peso sulle rate di mutuo, erode il potere di acquisto di lavoratori e pensionati, aumenta i rischi per chi è già fortemente indebitato, moltiplica i fallimenti, sterilizza i crediti i cui percettori incasserebbero somme svalutate, riduce il valore delle attività finanziarie, risparmi compresi, etc. etc.  . Di fronte a questo possibile problema non c’è che una sola soluzione: alzare le imposte, le tasse e stampare più moneta. Difficile prevedere un esito meno pesante. Ma quale moneta utilizzare?  Gli addetti ai lavori, ossia le banche centrali e le inattaccabili élite di settore, fiutando i pericoli, hanno già avviato  le operazioni necessarie per sbarrare la strada all’adozione delle cripto valute non statali. Il motivo è semplice : non vogliono minacce alle loro valute perché sanno che il loro  controllo è sinonimo di fortuna e potere. Insomma la loro posizione deve essere di assoluto dominio senza che si formi alcuna concorrenza.  In tal senso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha recentemente inviato una nota al Congresso segnalando il pericolo delle stable coin e delle  cripto valute non statali quando il loro prezzo viene indicizzato a quello di un’altra valuta (dollaro, euro) ; pericolo che rimarrebbe vivo anche  quando esse fossero garantite da debito pubblico o da contanti, poiché ciò potrebbe rappresentare un rischio finanziario sistemico o/e causare corse agli sportelli. Naturalmente il dipartimento non si è lasciata sfuggire l’occasione per segnalare che la migliore alternativa potrebbe essere costituita da valuta digitale controllata dalle banche centrali soprattutto nella considerazione che il cambiamento climatico di cui si è discusso alla conferenza di Glasgow potrebbe costare circa 100 trilioni di dollari; una somma gigantesca che, proprio per le sue dimensioni, non può essere coperta dalle sole entrate fiscali, ancorché aumentate. Occorre quindi integrare queste ultime attraverso due vie : raccoglierne una parte attraverso la cattura di denaro privato mediante  banche e gestori patrimoniali e per un’altra parte attraverso la creazione di nuova moneta ossia  il “quantitative easing” . Resta un solo problema: convincere (leggasi obbligare) i risparmiatori a cedere il loro gruzzolo.  Non sarà facile perché loro sanno perfettamente che fintanto che abbiamo  denaro contante e manteniamo la nostra libertà finanziaria, con la nostra indipendenza e il nostro pensiero critico riusciremo ad ostacolare il progetto .  Questo è il motivo per cui la nostra libertà finanziaria sarà il loro prossimo obiettivo, proprio come la nostra libertà fisica è stata il loro obiettivo durante la pandemia. Tutto converge. Fermatevi un attimo e riflettete. Le stesse tecnologie di tracciamento imposte durante i confinamenti potranno essere  utilizzate facilmente per il nostro denaro. La pandemia ci ha tutti costretti a vaccinarci e per  dimostrare di essere vaccinato è stato necessario disporre di un passaporto vaccinale digitale o di un pass sanitario. E anche se fosse stato messo da parte potrebbe  tornare rapidamente in auge, anche sotto un’altra forma in quanto i nostri dati sono stati tutti memorizzati e costituiscono ormai un data base imponente. In sostanza il principio basato sul green pass è divenuto  uno strumento che può essere  facilmente utilizzato per accertare e registrare i nostri movimenti, siano essi lavorativi che ludici; e, essendo collegabile con un solo click al conto corrente bancario, potrà essere sfruttato per valutare la nostra capacità di consumare e, eventualmente, di limitarla, compresi consumi di energia o le emissioni di carbonio.

In altre parole, la valuta digitale della banca centrale, potrà diventare uno strumento per indurre, costringere, limitare, proibire, abilitare o punire tutti i nostri comportamenti. La nostra vita privata diventa pubblica. Per vivere come si intende ci vuole il permesso. L’idea che nasciamo tutti con diritti inalienabili e che non  dobbiamo chiedere a chicchessia l’autorizzazione per esercitarli tra poco potrà rivelarsi sorpassata.

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