CHATEAU BEL AIR MARQUISE D’ALIGRE 1998
Questa settimana restiamo volentieri in Francia per gustare questo magnifico Bordeaux del signor Boyer che fuori dal tempo e fuori da ogni moda produce da oltre 53 anni, mantenendo fermi i suoi criteri che non è disposto a cambiarli per niente al mondo. Naturalmente tutti gli appassionati, me compreso, lo ringraziano per questo. Il contrasto con i suoi blasonati vicini della Rive Droite è già sorprendente. Infatti, nessun prato tagliato con la cura maniacale di chi vuole stupire il visitatore, nessuna bandiera all’ingresso, nessun cartello che invita l’enofilo ad assaggiare la produzione e spingerlo all’acquisto, la proprietà sembra semplicemente… cadere in rovina. La musica cambia quando si entra in cantina. E che musica ! Avrete certamente intuito che questo è un vino atipico e raro. Nessun invecchiamento in legno nuovo, nessuna estrazione estensiva, Mr. Boyer vinifica un Margaux che favorisce finezza e frutta pur mantenendo un lungo potenziale di invecchiamento. Rari, infatti, sono i vini che durano oltre vent’anni senza appassire. Ne avrete la prova con questa cuvée: un vino controcorrente rispetto ai suoi prestigiosi vicini.
Provenienza: Margaux –Bordeaux –Francia
Annata : 1998
Gradazione alcolica: 12,5% vol.
Varietà delle uve: 35% Merlot, 30% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc, 10% Petit Verdot e 5% Malbec.
Tipologia: La superficie del vigneto è di 13 ettari, compresi alcuni appezzamenti semivuoti di vigne centenarie che il Sig. BOYER non vuole estirpare perché,egli sostiene, in caso di calamità naturali resistono meglio e possono pertanto costituire una base di ripartenza per nuovi vigneti. L’età media è di 35-40 anni con un densità di 10.000 ceppi/ha come vuole la tradizione. Le vigne sono divise in due appezzamenti ghiaiosi : una parte a Soussans vicino al castello, l’altro è attiguo al Padiglione Bianco di Château Margaux. Non vengono utilizzati né fertilizzanti chimici né azoto, ma solo pochi e mirati concimi esclusivamente organici. In ogni caso la vite non è spinta alla resa (da 20 a 30 hl/ha massimo). Per la cronaca, l’AOC Margaux prevede una resa massima di 45 hl/ha.
Vinificazione: Per la fermentazione non viene usata alcuna vasca termoregolata in acciaio inox comandata da un programma computerizzato. La sala tini è composta da semplici vasche in cemento. Delle annate da lui vinificate, la fermentazione è iniziata sempre in modo naturale, anche nelle annate fredde. La fermentazione inizia lentamente senza intervento esterno per terminare dolcemente dopo circa 5 settimane di svasatura. A differenza dei suoi omologhi che preferiscono mettere il vino in botti per una più rapida chiarificazione in modo che sia più accattivante e presentabile, il Bel Air Marquis d’Aligre viene affinato in tini fino a maggio. Quindi, il vino trascorre un breve periodo in botti per soli 5-6 mesi senza legno nuovo per arrotondarsi e poi ritorna nei tini per 2 anni. Se tutte le sfaccettature del suo terroir non possono essere espresse a causa delle condizioni climatiche, tutta la produzione viene declassata e venduta anonimamente. Così in commercio non è possibile reperire il 1991, 1992, 1997, 2006, 2007 e 2008. Non troverete nemmeno il 1993 e il 1994, ma sono ragioni personali del sig. Boyer.
Caratteristiche organolettiche: Colore rosso granato profondo senza segni di evoluzione al passare del tempo . Al naso è aperto, fine,complesso con note evidenti di rosa, ribes nero e fragola. Al palato è equilibrato , gustoso, molto fruttato e con sentori di liquirizia; tannini finissimi e finale molto lungo. Un vino certamente atipico rispetto agli altri Bordeaux, soprattutto se si mette in relazione il grado alcolico con la sua longevità.
Temperatura di servizio: 18-20 °C previa ossigenazione per almeno 4/5 ore. Per cortesia non fate l’errore di aprirlo e consumarlo immediatamente. Sarebbe un vero delitto.
Longevità : attualmente è in pieno apogeo e se ben conservato può arrivare sino al 2025.
Abbinamenti : si sposa molto bene con delle starne alla leccarda, con lepre in salmì e con un caciocavallo stagionato di Capracotta. Ma per chi vuole osare lo consiglio con un timballo di zita alla napoletana.
(M. Travaglini)