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SAVE THE SPORT CON I CISSE’ E LE BORSE DI STUDIO DELLA “PICCOLA PULCE”

Editoriale / 52

 

SAVE THE SPORT CON  I CISSE’ E LE BORSE DI STUDIO DELLA “PICCOLA PULCE”

di Pierluigi Palmieri

 

Meglio prenderla sportivamente, o se vogliamo con filosofia. Meglio ancora se la prendiamo con ,,,“filosofia dello sport”.

Il lettore avrà già compreso che mi riferisco all’attuale contingenza pandemico- bellica che si è tinta di tragicomico nel momento in cui la squadra  della Macedonia ha impedito alla nostra Nazionale di Calcio di partecipare alla fase finale del Campionato del Mondo. Una squadra considerata di secondo piano che si permette di battere i Campioni d’Europa?  Beh questo è troppo! Come dire che con certe squadrette non dovremmo neanche scendere in campo. Come se l’essenza di tutti gli sport  non fosse da sempre lo “scendere in campo”,  cioè il mettersi in gioco, entrare nell’agone pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto e a non rinunciare a dare il massimo anche di fronte ad un avversario notoriamente più forte. Cosa che ha fatto la Macedonia, Per quanti non dedicano particolare attenzione agli sport “altri” rispetto al calcio, mi permetto di sottolineare  le regole e la prassi di quelli che, per le loro caratteristiche, non espongono la Nazione al rischio della depressione di massa, e financo alla sollevazione di popolo. Così nel Tennis nel Golf e nel Pugilato, nella Ginnastica, nel Nuoto e perfino nella Pallacanestro e nel Volley, capita di frequente che il numero uno del ranking internazionale” venga sconfitto da un avversario collocato in posizione nettamente peggiore. Di solito in quegli ambiti la sorpresa  non provoca dramma, bensì talvolta nasce spontanea l’ammirazione per la new entry .  Ricordiamo  Matteo Berrettini,che ,sempre a Londra e in quello stesso 11 luglio 2021,  pur sconfitto in finale a Wimbledon ad opera di Novak Djokovic,  fu accolto come un trionfatore e salì sull’autobus scoperto della Nazionale nella sfilata trionfale  per le vie di Roma per esser ricevuti al  Quirinale dal Presidente della repubblica.

Come qualche mio antico ( soprattutto paziente) lettore ricorderà, ho  accennato spesso al ruolo centrale assunto in tutte le  competizioni sportive dall’“Alea” , ossia la categoria del gioco che racchiude una miriade di sfaccettature della fortuna,  alla quale  R. Callois ha voluto dare il nome latino del gioco di dadi. Giovedì 24 marzo 2022  la fortuna ha arriso ai macedoni  e chi scrive, per quanto può valere il  pensiero di uno dei sessanta milioni di Direttori Tecnici della Nazionale Italiana, ritiene che la lotteria gliel’ha fatta vincere uno dei più forti attaccanti italiani in attività, che, superato in velocità il diretto avversario, è arrivato “a tu per tu” con il portiere e ha colpito il pallone con la “debolezza” di un ragazzino di sei anni.  Sarà stato un piccolo avvallamento del terreno o un ciuffo d’erba più alto o più basso, magari di qualche millimetro, e la palla non è finita in fondo al sacco. Sono convinto della mia tesi come sono convinti delle loro tesi gli altri 59.999.999 Commissari Tecnici della Nazionale Italiana. Molti di questi però, invidiosi di non essere stati chiamati dal Presidente Gravina a sostituire Mancini, continuano  a puntare l’indice sul quello che, non più tardi dell’11 luglio dello scorso anno, era stato acclamato come il migliore “Condottiero” degli Azzurri “Campioni d’Europa”.

Emulo di Giulio Cesare, Roberto era stato  capace di spingersi ben oltre le coste della Britannia dove aveva approdato il condottiero romano, per andare a violare il sacro “Tempio” di Wembley. Poi arriva Trajkovski il Macedone una sorta di cenerentola al maschile che con la sua “scarpetta magica” inventa il gol della vita oscurando in un sol colpo la fama di Alessandro Magno e del padre di questi Filippo II (il Macedone appunto).

 Lo Sport, quello con la “S” maiuscola e una cosa unica,  che andrebbe studiata e approfondita nella sua essenza: l’imprescindibilità del rispetto dell’avversario. Tu atleta ti prepari, sacrificando energie fisiche e mentali, hai le tue aspettative (progresso tecnico, intelligenza tattica, vittoria, record personale) per affrontare l’avversario, che, da parte sua, si trova specularmente nella tua medesima condizione. Tu spettatore, o tifoso che sia, per essere degno di tenere alta la bandiera del tuo club e, a maggior ragione, quella della tua Nazionale, devi assumere lo stesso atteggiamento che qui stiamo pretendendo dai diretti  “competitori”. Puoi usare sugli spalti tutte  gli strumenti di cui disponi per sovrastare il tifo organizzato degli “altri”. I canti, i rulli dei tamburi, gli striscioni, gli applausi e i fischi sono strumenti comuni, da usare tenendo bene a mente che gli altri sono tanti “tu” con maglie sciarpe e bandiere di altro colore . Come non andare con la mente al quel Nietzche citato da nostro R. Regni, capocordata del Comitato Scientifico , che abbiamo costituito all’interno della LUMSA, ormai sono sei anni,  con l’intento di salvare lo sport ( Save the Sport il titolo del primo dei tanti nostri Open Day). Il filosofo tedesco  nel suo scritto giovanile Agone Omerico, come ci ricorda Regni nel suo recentissimo “Le Avventure dell’educazione”, distingue, con una geniale ricostruzione, due tipi di contesa (Eris): “quella buona che spinge anche l’uomo inetto a migliorarsi e a trovare una sua misura; quella  cattiva che porta all’annientamento reciproco, che rompe ogni limite e misura, dove trionfa l’ambizione smisurata”. Ergo: “nessuno deve essere sempre il migliore!”.

Allora, anche in questa occasione , mettendo in  analogia sport e geopoitica,  accenno all’insana aggressione dell’Ucraina da parte del novello zar di Russia. La contesa tra  queste due nazioni voluta da Putin corrisponde esattamente  alla cattiva Eris. Ad attualizzare e a  rinforzare questa tesi Regni  chiama in causa Bruno Ballardini che nel suo testo dal titolo emblematico Contro lo sport a favore dell’ozio” ci va giù duro  affermando che “l’unica cosa che conti nella vita di milioni di persone influenzate dal Grande Gioco è vincere o sentirsi vincitori. Ma questo ha un carattere distruttivo, è esattamente l’antitesi del gioco: questo è guerra”.

Sono moniti che non possono restare lettera morta e vanno diffusi ad ampio raggio con il contributo della parte buona dello Sport, quella appunto che adotta la  buona Eris, e nelle gare cerca la misura, l’equilibrio  applicando il rispetto.

Un’Associazione Sportiva Dilettantistica del Salentto ha accolto nella sua  squadra di Seconda Categoria composta da richiedenti asilo e ospiti dei progetti Sprar/Sproimi, Mustapha Cissé,un ragazzo nato nel 2003 nella Guinea Conakry, rifugiatosi  in Puglia circa tre anni fa. Con la maglia  della Rinascita Refugees ,si è messo in luce nei campionati pugliesi per approdare qualche mese fa direttamente alla squadra Primavera dell’Atalanta. e dopo solo un mese è stato chiamato a sostituire  Duvan Zapata e Luis Muriel, entrambi attaccanti anche  della Nazionale della Colombia e protagonisti di ben altra forma di immigrazione (quella che al loro arrivo in Italia ha comportato ingaggi milionari rispettivamente dal Napoli e dall’Udinese ).  Zapata  e Muriel furono ceduti da squadre professionistiche, La Plata e Deportivo Cali della  da Serie A Colombiana,  il nostro Cissé proviene da Rinascita Refugees. Il gol che  Mustapha ha segnato all’esordio ha consentito alla squadra di Bergamo di vincere la partita con il Bologna, può contribuire a calmierare i prezzi del calcio. Basta replicare l’azione dalla Rinascita Refugees per far spuntarew altri talenti dal terreno fertilissimo dell’accoglienza umanitaria . L’offerta di tanti Cissé consentirà di abbassare il tetto imposto dai cosiddetti Bilanci Etici, che viene sistematicamente smantellato per costruire un nuovo piano nel sempre più esoso e traballante mercato  calcistico.

La seconda società dilettantistica che mi piace citare opera ad Avezzano, la mia città natale, e si chiama Pucetta.. Con la prima squadra milita nel Campionato di Promozione abruzzese e  il suo settore giovanile si fa valere a tutti i livelli. Gli illuminati dirigenti hanno deciso di mettere in palio sette borse di studio da 500 €  per i ragazzi e le ragazze di tutte  le squadre, privilegiando il voto di condotta e la media di tutte le materie. L’iniziativa, che prossimamente commenteremo più

 dettagliatamente sul nostro Quotidiano, è in piena coerenza con i principi esposti  fino ad ora e nel contempo chiede al mondo della scuola, di cui riconosce la centralità, maggiore attenzione al ruolo altrettanto fondamentale dello sport giovanile.  

Mi viene facile concludere, e soprattutto auspicare che, se in tanti si decideranno a seguire le orme della  Rinascita Refugees e del Pucetta, che  nel nostro dialetto sta per “piccola pulce”,  in un prossimo futuro tanti Cissé, con buoni voti a scuola, spingeranno nel dimenticatoio i privilegi dei vari Lionel Messi (dello “la Pulce”) con i loro Palloni d’oro e stipendi di Platino.

Save the sport  passa  soprattutto per i Cissé e per le borse di studio della “piccola pulce”.

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