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LE DIECI REGOLE PER RIUSCIRE IN BORSA  (Regola n° 6) NON LASCIARSI GUIDARE DALLE EMOZIONI

Economia&Finanze                  

LE DIECI REGOLE PER RIUSCIRE IN BORSA 

(Regola n° 6)

NON LASCIARSI GUIDARE DALLE EMOZIONI

di Mario Travaglini 

Questa è una regola importantissima. Forse la più importante. Da osservare scrupolosamente per non commettere stupidaggini. Troppi neofiti, non abituati alle tensioni dei mercati, spesso vanno nel pallone quando i corsi borsistici dei  loro titoli calano improvvisamente e pesantemente. Bisogna capire che la volatilità dei titoli azionari è connaturata ai mercati e che, quindi, non ne costituisce una anomalia. La progressione dei titoli che acquistate non sarà mai lineare; ecco perché non c’è da aver paura quando le quotazioni dei vostri titoli volgono al ribasso,  anche per più giorni .  Occorre essere consapevoli che i   momenti di euforia si alterneranno a quelli della paura e che, proprio per questo, dovete apprendere velocemente a padroneggiarla al fine di evitare di prendere decisioni che potreste in futuro rimpiangere. Per capire meglio questo passaggio mi piace portare a supporto un esempio tratto da una sequenza borsistica del titolo LVMH (1) : nell’intervallo di tempo tra maggio e dicembre 2018 il titolo perse 59 euro del suo valore borsistico passando da 309 a 250 euro. Essere spaventati  in un simile frangente è del tutto normale, ma se si è allenati a governare i momenti di panico si è anche nella condizione di superare  la paura prendendo buone  decisioni.  E la buona decisione sarebbe stata quella di mantenere il titolo in portafoglio perché sarebbe risalito nel dicembre 2019 a 430 euro. A puro titolo indicativo segnalo che oggi il titolo quota alla borsa di Parigi ben 617 euro, nonostante abbia perso in queste ultime settimane, per le note vicende legate alla guerra ucraino-russa, oltre il 10% del suo valore.   

La razionalità delle vostre decisioni deve dunque prevalere sulla paura di vedere i vostri titoli perdere di valore. Non dovete assolutamente lasciarvi prendere da questo genere di emozioni, molto spesso dettate dal puro istinto e, perciò, del tutto impulsive.   Dovete, al contrario, porvi qualche buona domanda :

  • debbo vendere i miei titoli quando le società sulle quali ho investito godono di ottima salute sia economica che finanziaria?

  • debbo vendere i miei titoli anche quando il mio orizzonte temporale è orientato sul lungo termine ?

  • debbo veramente rimettere in discussione  la mia analisi anche  quando sono  consapevole che quel titolo è estremamente volatile ?

In effetti, se avete scelto di investire in una società è perché avevate valutato sia i punti deboli che quelli forti ed avevate creduto in questi ultimi e nei suoi dirigenti. Quando il valore di un titolo scende brutalmente, nella maggior parte dei casi, essendo la conseguenza di un diffuso sentimento di preoccupazione, sono i venditori a prevalere sui compratori proprio perché si è messo in moto l’effetto “paura”.  Esattamente quello che sta accadendo in questi giorni  in tutto il mondo dopo l’invasione russa in Ucraina.

Ecco, voi non dovete assolutamente cedere a questa pressione, ma continuare ad essere freddi e razionali. Se avrete la forza di rimanere sereni non solamente arriverete a prendere le giuste decisioni ma coglierete la vera essenza della borsa che vedrete non più come un lavoro ma come un piacere.

A puro titolo indicativo vi invito a verificare  il comportamento di  Wall Street, durante i principali conflitti che si sono succeduti dalla I° Guerra Mondiale in poi. Il risultato è significativo: i numeri indicano che la Borsa non “disdegna” la guerra. Il Dow Jones, durante la Prima Guerra Mondiale, è salito del 21,2%. La stessa dinamica al rialzo la si riscontra, poi, nel secondo conflitto mondiale: tra il primo settembre del 1939 (invasione della Polonia da parte dei nazisti) e l’8 maggio 1945 (resa della Germania agli alleati) l’indice Usa ha guadagnato circa il 23%. Un trend replicato anche nell’arco di tempo in cui l’America è stata direttamente coinvolta nella guerra. A ben vedere, risalendo verso i giorni nostri, il consuntivo positivo del Dow Jones non ha smentito il passato, guadagnando il  19,6% durante la  guerra di Corea  e  il 20,5%  durante il conflitto in Vietnam .

Alla prossima.

 1) titolo del settore del lusso  proprietaria di oltre settanta marchi divisi in aziende di alta moda come  Christian Dior, Bulgari, DKNY, Fendi, Céline, Guerlain, Marc Jacobs, Givenchy, Kenzo, Loro Piana, Emilio Pucci e Louis Vuitton, di orologi come TAG Heuer, di gioielli come Tiffany & Co., di vini e liquori come Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Hennessy, etc. etc.

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