HomeCulturaartiCECILY BROWN: ” IL POSTO CHE MI INTERESSA E’ DOVE VA LA MENTE QUANDO CERCA DI RIMEDIARE A CIO’ CHE NON C’E'”

CECILY BROWN: ” IL POSTO CHE MI INTERESSA E’ DOVE VA LA MENTE QUANDO CERCA DI RIMEDIARE A CIO’ CHE NON C’E'”

L’erotismo, principale canale di comunicazione della sua espressività pittorica, si concretizza in situazioni formali che raccogono questo flusso di energia nell’uso di una colorazione forte e vivida che si muove, fra gestualità e figurazione, in un groviglio inscindibile.

I suoi riferimenti principali sono giganti della storia della pittura occidentale da Paolo Veronese, Peter Paul Rubens, Edgar Degas a Willem de Kooning, Francis Bacon, a Joan Mitchel oltre ad un apporto colto prelevato dalla cultura iconografica popolare. Il tutto racchiuso in opere che sovvertono le restrizioni della narrativa a vantaggio di una straordinaria fluidità visiva e tematica. La chiave del successo dell’estetica di Brown è la sua capacità di trasformare apparentemente la pittura in carne, incorporando la forma umana all’interno di un commento frenetico e frammentato sul desiderio, sulla vita e sulla morte. Il suo primo grande corpus pittorico, dalla metà degli anni ’90, giustappone conigli edonistici con allusioni alla tradizione delle nature morte. Questo processo  ha portato in seguito alla realizzazione delle scene orgiastiche che ne hanno consacrato il lavoro. Nelle mani di Brown, la pittura sembra sempre essere  in transizione tra stato liquido e quello solido, trasparente e opaco e, questo balletto pittorico-materico, si riflette nelle composizioni medesime.

“Penso che la pittura sia una specie di alchimia”…. “La pittura si trasforma in immagine, e la pittura e l’immagine si trasformano in una terza e nuova cosa.”

Negli ultimi vent’anni, il lavoro di Brown si è evoluto gradualmente, espandendosi in scala, diversificandosi in allusione e tavolozza e incorporando elementi del paesaggio. A volte usa l’improvvisazione per dare il via a nuovi dipinti, nell’uso di tratti pittorici iniziali utili a dettare la direzione successiva delle opere. In altre occasioni prende in prestito immagini dalla storia dell’arte, dalla cultura popolare o dall’intersezione delle due; All the Nightmares Came Today (2012), ad esempio, è un riff della famigerata fotografia di copertina di David Montgomery per l’album Electric Ladyland del 1968 di Jimi Hendrix Experience. In studio, Brown lavora costantemente su più tele, spostandosi tra di loro in modo da garantire che il senso pittorico di uno trovi la sua strada organicamente anche nelle altre.

Cresciuta nella periferia del Surrey, in Inghilterra, Brown ha studiato con il pittore Maggi Hambling e successivamente in un college d’arte. La sua laurea alla Slade School of Fine Art, all’inizio degli anni ’90, ha coinciso con l’ascesa degli Young British Artists, dei quali non ha condiviso l’attenzione concettuale, la posizione ironica e l’abbraccio della cultura delle celebrità del gruppo. Insieme a contemporanei quali John Currin, ha contribuito a conferire alla pittura figurativa una rinnovata energia e un contemporaneo significato critico. 

Brown è stata oggetto di mostre personali presso diverse istituzioni tra cui il Museum of Fine Arts, Boston, Museo Hirshhorn e Giardino delle Sculture, Washington, DC; e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid. Nel 2018-19, il Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, Danimarca, ha presentato una panoramica della sua carriera; ha anche donato il dipinto che ha dato il titolo al sondaggio: dove, quando, quante volte e con chi. Nello stesso anno, ha esposto due grandi dipinti nella sala principale del Metropolitan Opera, New York, ed è stata la prima artista invitata a farlo dopo  Marc Chagall nel 1966. Nel gennaio 2020 è stata invitata a esporre al Blenheim Palace, la dimora settecentesca della famiglia Spencer-Churchill, nell’Oxfordshire, in Inghilterra, che produce una serie di dipinti che esplorano “una nazione in tumulto”.

Il 2022, la vede Protagonista di una iniziativa al Museo e Real Bosco di Capodimonte , in una manifestazione organizzata  dal curatore Sergio Risaliti che si concretizza nell’esposizione di una tela di grandissimo formato, composta nel suo insieme da quattro tele, The Triumph of Death, che rappresentano la rielaborazione del l’affresco palermitano di 6 metri per 6,40, staccato dal cortile del palazzo Sclafani dopo i danni per i bombardamenti nel 1944, e diviso in quattro pannelli, che la  Brown non casualmente ripropone, per essere restaurato, prima del trasferimento a Palazzo Abatellis. L’esposizione presenta anche una serie di disegni realizzati dall’artista dopo il completamento del dipinto in piena sintonia con lo spirito che, lo stesso artista, pone nella produzione delle sue opere dove, la curiosità e l’interesse di Cecily Brown per i soggetti rappresentati, continua ben oltre la creazione dell’opera medesima.

È un onore enorme per me esporre una mia opera al Museo e Real Bosco di Capodimonte che vanta una collezione così straordinaria. Napoli è la mia città preferita, nel mio paese preferito ed è sempre un’emozione mostrare qui il mio lavoro. Sarà interessante vedere esposto The Thiumph of Death in Italia, stesso Paese in cui è situato l’affresco palermitano Il Trionfo della Morte.

Per i nostri lettori alleghiamo il link di presentazione della mostra nel Museo di Capodimontehttps://youtu.be/pMGBXQeYzt4

Nessun Commento

Inserisci un commento