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L’UNIVERSITA’ PUO’ SALVARE IL TERRITORIO FERMANDO SPOPOLAMENTO E FUGA DEI GIOVANI

Quotidiano/27 gennaio

 

20 borse di studio per il Terzo Settore

L’UNIVERSITA’ PUO’ SALVARE IL TERRITORIO

FERMANDO SPOPOLAMENTO E FUGA DEI GIOVANI

di Marcello martelli

Positivo l’accordo fra Università e Fondazione Tercas per 20 borse di studio volte a potenziare le competenze di chi opera nel Terzo settore. Non sono un esperto e vorrei solo aprire un dibattito che si collega al tema attualissimo della formazione accademica e, in particolare, della rivoluzionaria sanità digitale. Una “nuova frontiera” per gli ospedali e per la salute pubblica, che impone di metterci al passo con altre Regioni già molto avanti. I fondi ci sono ed è possibile attingere ai due miliardi che il governo Draghi ha previsto nel Pnrr per modernizzare la Sanità pubblica, alla luce delle esperienze maturate in questi duri anni dominati dal Coronavirus. Medici, studiosi ed esperti hanno capito che il futuro nelle corsie ospedaliere è già cominciato con la telemedicina e le piattaforme tecnologiche, che riducono i posti letti, azzerando le distanze con le visite a distanza. I ministri Colao e Speranza hanno stimolato le Regioni a darsi da fare. I fondi sono a disposizione e basta chiederli presentando programmi adeguati e ben studiati. A questo punto, non sfugge il ruolo determinante dell’Università, decisivo e preminente per formare le competenze e le professionalità che mancano. L’hanno già capito i rettori di due Università del Sud, all’opera per fornire nuovi professionisti in grado di applicare il know how tecnologico come mezzo per una medicina innovativa e di più alta qualità, eticamente ed economicamente più sostenibile. Una scelta obbligata anche per il nostro territorio, adesso che con il discusso progetto di un nuovo anacronistico ospedale lo stanno portando fuori strada. Mentre i due atenei già citati sono elogiati dalla ministra dell’Università Messa, che incoraggia altri rettori (quindi anche il nostro!) a replicare una iniziativa innovativa e di spiccata attualità. Gli esempi non mancano di realtà che sono diventate punto di forza e di riferimento per il territorio con l’interazione mondo universitario-sanità pubblica e privata. Né occorre aggiungere che l’Ateneo di Colleparco, con il corso dove si apprendono le metodiche più innovative nel settore della ricerca medica e della bioingegneria, farebbe un grandissimo salto di qualità per formare professionisti che uniscano alle competenze mediche quelle ingegneristiche. Figure che ora scarseggiano e saranno sempre più necessarie con lo sviluppo nazionale della tech-sanità. Nel Paese dove cavilli e burocrazia sono sempre dietro l’angolo, siamo certi che il Magnifico Rettore Dino Mastrocola e il suo staff ce la metteranno tutta per rendere possibile questa eccezionale conquista della formazione accademica. In un territorio che ha urgente necessità di miracoli e di personalità lungimiranti.

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