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 di Marcello Martelli
IL TERRITORIO ORMAI NELLA MORSA DELLA MALAPOLITICA
Il sindaco D’Alberto prende posizione contro il piano ospedaliero della Regione, per difendere l’ospedale di Villa Mosca e il suo futuro, baluardo d’eccellenza del territorio. Il penultimo, dopo verrà l’università di Colleparco, possibile ultimo assalto ad un capoluogo in demolizione per favorire le mire egemoniche dell’asse Pescara-L’Aquila. Dopo il trasferimento della Camera di Commercio, l’esclusione dagli investimenti per l’alta velocità ferroviaria e non solo, il quadro è a tinte fosche e si prospetta con dati di rilevante preoccupazione. L’“emergenza pandemia” è piombata sulla città-capoluogo subito dopo altri tre catastrofici eventi che hanno minato in profondità l’intero territorio. Sono quattro in totale le cosiddette emergenze (economica, nevosa, sismica e pandemica) che hanno marcato con effetti devastanti quello che, a buon ragione, può considerarsi il tratto forse peggiore della lunga e travagliata storia dell’antica Interamnia. Tsunami di avversità a catena, rovinosamente concentrato nell’arco di pochi anni e iniziato con il fallimento della Tercas, potente leva di sviluppo territoriale e, in particolare, artefice del miracolo economico della vibratiana “Valle dell’Eden”. Né occorre ricordare i danni e i costi delle devastanti avversità naturali che, con i crateri nevoso e sismico, hanno portato una dolorosa via crucis di vittime e rovine, da troppo tempo in attesa di una “ricostruzione”. Una piaga aperta in un tessuto umano e sociale già compromesso e lacerato, dove ultimamente si sono aggiunte le molte ferite di una pandemia non ancora conclusa. E’ stato detto che, da una grande crisi, possono nascere preziose e irripetibili opportunità. Ma non per questo territorio. Per effetto d’una malapolitica, che non vede né provvede e bene ha fatto il sindaco D’Alberto a lanciare il suo preoccupato grido d’allarme.