HomeLa RivistaAttualità e AmarcordFUSCO: L’ULTIMO MALEDETTO DEL GIORNALISMO ITALIANO PERSONAGGIO STRAORDINARIO E DALLE MILLE AVVENTURE

FUSCO: L’ULTIMO MALEDETTO DEL GIORNALISMO ITALIANO PERSONAGGIO STRAORDINARIO E DALLE MILLE AVVENTURE

Atualità & Amarcord/35

di Marcello Martelli

In queste interminabili ore della pandemia, spesso la memoria torna a tempi che hanno sempre qualcosa da dire. Sfogliando un giornale, mi soffermo sulla pubblicità a tutta pagina di una celebre grappa, che mi ricorda un incontro davvero straordinario. Quella mattina al Caffè Rosati di Piazza del Popolo, a Roma, il mio caro amico e collega Paolo Brunori mi presentò Giancarlo Fusco, personaggio davvero indimenticabile. Giornalista, scrittore, attore, boxer e, soprattutto, uomo dalle mille avventure. Per Guido Vergani “dannato e bohémien” con la passione spiccata per la grappa e ogni genere di stravizi: “L’ultimo maledetto del giornalismo italiano”. Era un mezzo barbone quando andò a lavorare all’“Espresso”e, per farlo tornare presentabile, il direttore Arrigo Benedetti lo affidò a Camilla Cederna, unica donna della redazione. Quella mattina al caffè Rosati Fusco brindava a champagne. Tra una coppa e l’altra, improvvisò il racconto d’una lunga storia d’amore e di morte vissuta in prima persona a Teramo, la mia città. Stavo a sentirlo incantato nel dubbio se tutto fosse vero o inventato su due piedi, magari in omaggio alla mia persona. Un particolare del resto marginale e, comunque, in sintonia con Gian Carlo Fusco e con la sua vita avventurosa. Senza un confine sicuro fra fantasia e realtà. Formidabile bevitore, ricordò il suo primo incontro con l’industriale Nardini, produttore della famosa grappa omonima, quando il grande giornalista fu invitato, con altri esperti, a un meeting di alto livello promozionale. Al banchetto in onore degli ospiti, Fusco sedeva alla destra del comm. Nardini, che ad un tratto gli chiese: “Dottore, ma il titolare del bar Fusco in via Tal dei Tai, a Milano, è suo parente?”. “Perbacco, commendatore-rispose subito lo scrittore- in via Tal dei Tali, a Milano, abito io…”. Gian Carlo Fusco ordinava tante di quelle casse di grappa alla distilleria Nardini che lo avevano scambiato per un bar.

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