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FATE LARGO. ARRIVA IL BOPIS

di Mario Travaglini

E’ una moda? E’ una necessità? O è semplicemente una nuova opportunità per fare  acquisti in sicurezza?  Come sempre Il tempo ci dirà come stanno veramente le cose. Certo è che per spiegare il fenomeno del BOPIS, ovvero “Buy online, pickup in store” (compra online e ritira in negozio),  non basta rifarsi alle abitudini che i cittadini del mondo stanno,assumendo a causa del  Covid 19. C’è sicuramente dell’altro, sia dal lato dei venditori che dei consumatori. A New York, per esempio, storicamente ritenuta la città dell’avanguardia commerciale, avviene che il grande magazzino Macey’s   ha dovuto aprire un banco speciale per  consentire ai clienti che avevano passato un ordine online di ritirare i prodotti in negozio anziché aspettare la consegna a domicilio. Quel banco,dicono le cronache, è costantemente occupato dato che i consumatori,ricordando quanto accaduto nello stesso periodo del 2020, temono che le catene di approvvigionamento delle materie prime porteranno a ritardi ancora più pesanti anche in occasione delle feste del 2021. Se lo scorso anno i consumatori hanno agito d’impulso e nel timore di compromettere la sicurezza della loro salute le vendite online di quest’anno dimostrano che lo shopping è guidato soprattutto dalla convenienza e in termini di puro prezzo ed anche in termini di comodità.

Con l’aiuto della statistica vediamo che durante i primi nove mesi dell’anno il 27% degli ordini è stato ritirato in negozio con un incremento di quasi il 10% rispetto al 2020. Questo consente ai rivenditori di pianificare al meglio l’attività di distribuzione e di ridurre i costi di trasporto che spesso  diventano un aggravio di spesa per i loro acquirenti. Occorre anche dire che dopo oltre 18 mesi durante i quali i negozi sono stati speso chiusi o parzialmente chiusi è stato agevole convincere i consumatori ad adottare un tipo di comportamento diverso, incentivati anche da regalie e/o sconti che il rivenditore è disposto a fare stante la riduzione dei costi di gestione tra i quali non è secondario quello relativo al personale. Insomma comprare online e ritirare in negozio si sta dimostrando sempre più popolare anche per il fatto che chi acquista è preoccupato che i colli di bottiglia della rete di distribuzione ritardino la consegna dei loro regali. Per corroborare le mie considerazioni  posso raccontare brevemente la mia esperienza del dicembre del 2020 quando dopo aver ordinato online due panettoni presso una rinomata pasticceria milanese mi sono ritrovato a gustarli solo nel periodo di Carnevale. 

Il realtà il successo di Bopis si spiega anche dalla presenza di  due elementi aggiuntivi non di poco conto, uno a favore del venditore ed uno a favore del cliente; al primo offre il vantaggio di poter vendere altri articoli mentre il cliente è in negozio ed al secondo concede la garanzia di poter ispezionare la merce ed eventualmente di restituirla immediatamente  qualora non conforme o perché insoddisfatti. Agli aspetti positivi ne segue inevitabilmente anche qualcuno di segno inverso: mi riferisco a quei commerci  fisici di medie e piccole dimensioni che  per restare competitivi debbono spostarsi rapidamente verso strategie  di vendite  multicanale incoraggiando le visite ai loro negozi e ampliando le offerte di servizi inerenti la consegna.

Non è un processo semplice perché lanciarne uno può rivelarsi oltre che costoso anche sorprendentemente difficile sia a causa della carenza di personale e sia anche per le difficoltà ad adattare sistemi tecnologici avanzati che spesso non sono compatibili con realtà di modeste dimensioni. Ecco perché molti negozi fisici si stanno rapidamente riconvertendo  in centri di distribuzione, aiutati e incoraggiati  dalle grandi catene che hanno la necessità  di abbattere i costi di magazzinaggio e di consegna.

Perché dunque questi modelli di acquisto funzionano? Provo a sintetizzare :

  • Innanzitutto consentono di combinare la facilità di un acquisto online con l’immediatezza e la convenienza di trovare merce in un negozio fisico;

  • Producono notevoli economie riducendo una serie di costi tra cui i più significativi sono quelli inerenti il  packing e di lavoro nella preparazione degli ordini, oltre a quelli più scontati riguardanti il trasporto e la consegna;

  • Un ulteriore risparmio riguarda  anche la riduzione di resi e di gestione della cosiddetta logistica inversa. 

  • Riduce il rischio di sovra-accumulazione delle giacenze e,conseguenzialmente, dei relativi costi; 

  • Costituisce anche un modo per attrarre i clienti in negozio e quindi di aumentare le vendite di altri prodotti;

  • Migliora le capacità di acquisto dei clienti in quanto questi possono verificare le merci acquistate prima di portarle a casa, provarle e decidere se finalizzare l’acquisto .

L’e-commerce, di cui ho già scritto sul numero 28 della rivista, si arricchisce dunque di un ulteriore settore la cui crescita sarà legata a filo doppio alla velocità con la quale i cittadini si renderanno disponibili all’uso delle nuove tecnologie e dei processi di digitalizzazione che il Governo metterà in atto con i fondi PNRR.

 Buon viaggio a tutti.   

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