HomeAttualitàTeramo:DOPO PISTE CICLABILI E MONOPATTINI QUALCUNO SCOPRE PERFINO IL TRENO

Teramo:DOPO PISTE CICLABILI E MONOPATTINI QUALCUNO SCOPRE PERFINO IL TRENO

                                                                                           di Marcello Martelli

L’assessore alla mobilità del nostro Comune, che vorrebbe importare in città 600 monopattini elettrici (ma si è fermato a 60?), dopo le piste ciclabili, ha scoperto anche il treno. Evviva! Non è mai troppo tardi. Che per risollevare un territorio afflitto da ben quattro emergenze sia necessaria e forse prioritaria la “cura del ferro”, non può che fare immenso piacere a uno: che lo sta dicendo da sempre, scrivendo e pubblicando molte decine di articoli sull’argomento; che ha dato al sindaco una copia del prezioso “studio Ambrosetti” sull’importanza dei treni per l’economia locale; che è disponibile a donarne una copia anche all’assessore alla mobilità, se è disposto a leggere un po’ di più. Attenzione, però: l’assessore è un tipo da prendere con le pinze, altrimenti perde facilmente le staffe. Ne sa qualcosa il sottoscritto per aver scritto, sia pure con l’intenzione di approfondire e collaborare, che per la città 600 monopattini erano forse un po’ troppi e anche pericolosi, senza una normativa di sicurezza “ad hoc”. L’assessore ha subito sdegnosamente bollato come “vergognose” le idee di un vecchio cittadino che tenta di tenere acceso il dibattito in un territorio muto che scivola sempre più verso il basso. Ma non è mai troppo tardi per capire e ben venga l’assessore alla mobilità che al “Centro” dichiara il suo no ai rincari dei pedaggi autostradali e scopre la necessità d’una linea ferroviaria per Roma. Altrimenti per il suo e nostro territorio “c’è il rischio isolamento”. Non solo: l’assessore ha scoperto persino che “su questi temi vige un silenzio assordante da parte della Provincia, della Regione e dei parlamentari…”. Nell’elenco omette il suo Comune che, nella gara del mutismo e della sordità, già da noi più volte duramente stigmatizzata, ha fatto egregiamente la sua parte. Lo stesso muro di silenzio assordante eretto dall’assessore & C. attorno ai 10 milioni ricevuti nei mesi scorsi, senza neppure averli chiesti, per rilanciare la stazione ferroviaria della città. Ma il premier Draghi non ha raccomandato che i fondi europei vanno spesi presto e bene? Sì, lo ha detto. Solo che, prima di capirlo, dovremo aspettare qualche anno. La nostra mobilità cammina così: con il monopattino; anzi, a passo di lumaca.

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