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INVESTIRE : ORO e MINIERE, un atto di fede

L’oro resta lontano dai massimi raggiunti nel 2020 ma niente è perduto, almeno a leggere le analisi ed  i report di autorevoli esperti del settore dei metalli preziosi. Uno di questi, John Athaway in un suo articolo apparso su  Gold Monitor  ha spiegato con dovizia di grafici e particolari inediti che l’oro resta uno degli investimenti più sicuri e che un portafoglio equilibrato deve contenere almeno il 25% di titoli rappresentativi del metallo giallo, siano essi ETF, azioni o semplicemente oro fisico.  Egli resta rialzista, anzi molto rialzista, e fonda la sua analisi sul fatto che  la lunga correzione al ribasso durata fino al 2016 e la stagnazione che ne è seguita  hanno finito per preparare una figura grafica di grande potenza che si consoliderà negli anni a venire. Analizzando la flessione che si è verificata nel corso del mese di giugno egli spiega che il ribasso è stato la conseguenza di un riflesso automatico provocato dagli algoritmi dei fondi macro robotizzati e non ha interessato affatto l’oro fisico che, al contrario, è stato acquistato a piene mani.  Le cifre sono sbalorditive e le riassumo nelle seguenti : il 18 giugno sono stati comprati 630 M$ Gold Share ETF, garantito da un sottostante costituito da oro fisico, il che rappresenta in assoluto il più alto volume mai realizzato in un solo giorno. Praticamente in questa flessione  non è stata perduta neppure un’oncia di oro fisico perché ciò che è stato venduto va riferito quasi esclusivamente a contratti a termine o a prodotti derivati.                                 

Sappiamo che le quotazioni dell’oro sono espresse in dollari/oncia e che il massimo storico è stato raggiunto il 6 agosto 2020 quando il corso borsistico ha toccato i 2067 dollari  ma  che, sempre secondo  Athaway, avrebbe potuto spingersi ancora più in alto di almeno 200/300 dollari se i bitcoin non  avessero deviato un largo flusso  di denaro verso un’altra direzione. Lo stesso Athaway spiega poi che a seguito di una controversa decisione del FOMC  presa su pressione dei cosiddetti falchi, a partire dall’inizio di agosto 2020, le quotazioni borsistiche legate alle miniere aurifere hanno perso ben il 12,64% innescando l’amletico dubbio tutt’ora irrisolto se la politica monetaria deve cominciare a chiudere i rubinetti ovvero continuare ad inondare il mercato di liquidità. Di fronte a questa situazione di incertezza, nella quale i membri del FOMC, compreso il suo Presidente, appaiono molto divisi, il corso dell’oro e delle miniere aurifere lateralizzano . La spiegazione che troviamo sul Gold Monitor  segnala che trattasi di una reazione temporanea conseguente alla decisione della FED di ridurre il suo bilancio e che il potenziale degli investimenti in metalli preziosi resta intatto mentre per le miniere aurifere le valorizzazioni borsistiche sia assolute che relative sono le più attraenti da almeno venti anni a questa parte. Personalmente,e in sintesi, ritengo che il modesto sell-off  a cui abbiamo assistito nella prima parte del 2021 sia funzionale ad un prossimo rialzo e che i prezzi dell’oro rimangono  a livelli molto favorevoli per la gran parte delle imprese minerarie le quali hanno continuato a focalizzare la loro attività  sul miglioramento della struttura dei costi aziendali, sul rimborso del debito e sulla razionalizzazione degli asset, che, a mio avviso, dovrebbero condurre a un rafforzamento dei fondamentali societari e del potenziale di performance azionaria. Un ultimo aspetto che va considerato nell’ottica di un possibile trend positivo è il fatto che i numerosi anni di investimenti carenti nel settore dell’oro predispongono ad una ripresa della attività di fusione e acquisizione (M&A) nel 2021, anche se il ritmo continua a risentire nel breve periodo delle restrizioni di viaggio e di altri ostacoli all’attività d’impresa dovuti alla pandemia. Sono stati già conclusi diversi accordi di M&A nei primi quattro mesi del 2021 e mi aspetto, non essendoci segnali contrari, che questa tendenza continui. Il consiglio (non richiesto) per chi ha un portafoglio già diversificato ma privo di metalli preziosi è quello di integrarlo con una buona dose di oro, palladio, platino,argento e azioni aurifere.

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