HomeLa RivistaIl nozionismo impera mentre il Montessori è acclamato nel mondo

Il nozionismo impera mentre il Montessori è acclamato nel mondo

di Silvia Boccabella

 Il Metodo Montessori, accolto ed acclamato con successo in tutto il mondo, trova ancora resistenze nella sua applicazione e carenza di riscontri proprio qui in Italia. La pedagogista, educatrice e scienziata di Chiaravalle, riesce a farsi strada in un mondo in cui il sapere, e ancor più quello tecnico-scientifico, è destinato esclusivamente all’ universo maschile. L’ approccio di Maria ai saperi è innanzitutto sperimentale, condito con un pizzico di empirismo. Le sue teorie nascono, oltre che dalla rielaborazione di scuole di pensiero precedenti sopratutto dall’osservazione. Infatti solo le deduzioni scaturite dall’osservazione analitica dei processi, spogliata di preconcetti e fondata sulla raccolta di dati scientificamente rilevati, ha assicurato quella progressione di sistema e metodo nella didattica. Dalla Scandinavia all’ India, dalla Spagna al Regno Unito, dagli Stati Uniti ai Balcani il metodo montessoriano è applicato trovando un suo spazio che culturalmente lo associa all’esistente. 

In Italia, malgrado le numerose istituzioni didattiche che ne fanno sistematicamente uso, sono ancora molto numerose quelle che guardano al sistema Montresori con fare diffidente nonostante questa metodologia didattica sia quella che più stimola i ragazzi alla creatività, attraverso una cultura laboratoriale- manipolativa, dove la libertà di pensiero ed espressione diventino valori primari da perseguire. 

La rivoluzione pedagogica compiuta dalla Montresori scuote un sistema didattico, in cui gli apprendimenti erano sostanzialmente di coloro che avessero un funzionamento cognitivo “neurotipico”, dove ella si rivolge invece ad un’ utenza d’ allievi con bisogni educativi specifici e speciali, dimostrando attraverso i suoi studi sull’apprendimento, che tutti possono imparare, ciascuno attraverso canali e strumenti individuali differenti, poiché ogni individuo è un’unicità al mondo e personalizzato deve essere, in relazione ai propri bisogni, l’insegnamento impartito. In un modo che discriminava le donne, i diversi di tutti i generi e lo faceva inoltre a seconda del censo, quella di Maria Moltresori insieme a quella delle sorelle Agazzi sono una vera rivoluzione, non solo didattica ma anche sociale. Da Pestalozzi fino a Rodari altri hanno avuto simili intuizioni, ma nella Montessori appare spiccato l’ intento di promuovere l’autonomia di apprendimento a cominciare dalla primissima infanzia . 

In questa nostra epoca apparentemente iperstrutturata e solo apparentemente organizzata dove, giornalmente, trionfano le nuove frontiere della tecnologia digitale, vendute spesso subdolamente come le punte di diamante della cultura, assistiamo in realtà ad una analfabetizzazione di ritorno che vede una buona fetta della popolazione tagliata fuori dagli apprendimenti di queste nuove tecnologie ed al contempo vediamo le nuove generazioni prive di quel sapere organico non finalizzato all’utilizzo immediato ma all’acquisizione consapevole degli apprendimenti, educata invece a comparti stangni  dove vengono instillate goccie di sapere che quasi mai sanno dialogare scientificamente fra di loro, nella creazione di un pensiero compiuto. Per comprendere quanto questo sia vero, basterebbe la lettura di statistiche ministeriali che, più o meno velatamente circolano, e nelle quali si constata che un diploma di terza media, preso entro l’anno 1965 equivale, per capacità ed elaborazione cognitiva dei saperi, ad una laurea dei giorni nostri. Sarebbe opportuno, quindi, riscoprire didattiche che siano in grado di formare personalità colte che acquisiscano il desiderio e gli strumenti per imparare durante tutto il corso della loro esistenza a partire proprio dalla scuola primaria – e perché no – proprio con il metodo Maria Montresori. 

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