HomeLa RivistaIl debito mondiale? Una bomba ad orologeria

Il debito mondiale? Una bomba ad orologeria

Non esagero se affermo che la crisi economica deflagrata negli Stati Uniti nel 2008 e poi esportata in tutto il mondo è paragonabile a quelle che seguono una guerra. Di tal ché, per salvare dal fallimento le banche, le istituzioni finanziarie e gli ultra ricchi,  i governi e le banche centrali si sono caricati di debiti. Oggi, come per il 2008,  il punto debole del mondo è sempre li, in America. Prima che arrivasse la pandemia le imprese americane si indebitavano a tassi di interesse molto bassi.  Quando le difficoltà produttive  legate al Covid 19 hanno conclamato la deflazione le stesse imprese non hanno ridotto la misura del loro indebitamento, anzi, al contrario, l’hanno ancora di più incrementata. Hanno avuto altri prestiti e, addirittura, con saggi ancora più bassi. Insomma  Il costo del denaro non era mai sceso cosi in basso  e i debiti delle imprese  non erano mai stati cosi alti per coprire i quali non rimaneva che una via : quella della emissione di obbligazioni. Tanto per dare una dimensione al fenomeno è sufficiente ricordare che nel 2020 le obbligazioni emesse dalle imprese non finanziarie americane sono state di 1700 Miliardi di dollari con un incremento di ben 600 miliardi, mentre nel marzo del 2021 il debito totale ha raggiunto  11200 miliardi di dollari. Un fiume di denaro gigantesco che ha consentito ;

a)  di ridare consistenza alle casse sociali aiutando compagnie aeree, cinema, palestre, discoteche, attività di crociere, etc .etc.  a superare  il periodo acuto della pandemia e di compensare i minori redditi conseguiti attraverso il collocamento delle obbligazioni;

b) di permettere alle imprese floride  di approvvigionarsi di liquidità a condizioni super vantaggiose con la quale rifinanziare i debiti più vecchi contratti a tassi più elevati;  

 c) di aiutare le imprese che erano in difficoltà già prima della pandemia  ad attenuare la minaccia del fallimento con la emissione di nuove obbligazioni a lungo termine.    

          La questione è ora di sapere se le imprese, accettando queste caramelle, hanno semplicemente ritardato il giorno della resa dei conti ovvero riusciranno a passare sull’altra riva, quella della ripresa.

Il rischio che si manifesti la prima ipotesi è legato essenzialmente o ad un rallentamento della economia o ad una improvvisa impennata del processo inflattivo.

Nel primo caso la riduzione dei consumi porterebbe alla  riduzione della produzione che, a sua volta, determinerebbe una flessione  dei profitti e, quindi,  l’impossibilità di onorare i debiti contratti attraverso le obbligazioni. Nel secondo caso si avrà un inevitabile aumento dei tassi di interesse che, per le imprese fortemente indebitate,  costituirà l’anticamera del fallimento. Il nodo centrale è che il mondo intero è super indebitato e che gli stati hanno emesso titoli contenenti promesse di rimborso e pagamento degli interessi che alla lunga non potranno essere mantenuti. I loro bilanci sono talmente imbastarditi che ove scoppiasse una scintilla in America, come è prevedibile, l’intero  pianeta  non mancherà di prendere fuoco. L’economia mondiale dorme su un letto molto scomodo costituito da una massa monetaria colossale, instabile, capricciosa, che  volteggia di qua e di là a seconda degli interessi e delle fantasie di speculatori senza scrupoli. Non dimentichiamo che i debiti del sistema sono debiti per alcuni e capitali e ricchezza per altri. E questa ricchezza gira, rigira, specula, aumenta  ad ogni sussulto di borsa; i mercati finanziari si gonfiano, si dilatano giorno dopo giorno e non si sa più come fermarli senza provocare una catastrofe.  Ci vorrebbe una deflazione prolungata e consistente ma significherebbe gettare i popoli nella miseria più nera e tenerli a tirare la cinghia per decenni. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di distruggere i soli debiti improduttivi e quelli  più scandalosi via cancellazione tout court ovvero attraverso rateizzazione a lunghissimo termine.

L’Europa potrebbe agire in modo del tutto autonomo dimezzando con un colpo solo i suoi debiti operando una  svalutazione del l’EURO del 50% . C:\Users\PietroLuigi\Pictures\Sekkuku (2).jpgMa chi lo dice alla Lagarde ed alla Germania? Sappiamo bene che i rapporti politici tra stati, basandosi sulla loro forza economica, impediscono ogni ragionevole soluzione; per questo ho i miei dubbi che potrebbero accettare di fare seppuku .

Post Correlati

Nessun Commento

Inserisci un commento