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La Pittura Digitale

                                                

Con il termine pittura digitale, o il suo equivalente inglese digital painting, si intende definire una sottocategoria delle arti digitali, che vedono la propria nascita nel ventesimo secolo,  dentro le quali si utilizza una nuova mestica per la produzione di supporti dipinti.

Per una definizione più approfondita, si consideri come painting tutte quelle opere che presentino una superficie dipinta, non esclusivamente basata su linee di disegno e non genericamente colorata, che segua un determinato stile; e per digitale l’utilizzo di un’interfaccia che colleghi l’artista ad una piattaforma hardware e software. 

La pittura digitale adatta i media della pittura tradizionale (come la pittura acrilica, gli olii e l’inchiostro) a una versione digitale e ne integra fortemente le possibilità interagendo con altre metodologie espressive: fotografia, statica o in movimento, suono.

                                    

Inserita nella categoria dell’arte digitale o dell’arte visiva, la pittura digitale utilizza strumenti tecnologici che simulano il tratto del pennello reale e di altri strumenti di disegno. I numerosi software creati appositamente a tale scopo possiedono ormai una vastissima libreria di pennelli, tratti e tecniche di ogni tipo: dalla tempera, all’olio, all’acquerello, all’aerografia e così via. Anche le tavolozze dei colori hanno una gamma vastissima, e pressoché infinita di scelte possibili. Il problema della realizzazione delle opere su supporti fisici, i più differenti, è ormai superato in maniera ottimale. La qualità di stampa ha raggiunto livelli molto alti grazie al supporto di  una linea guida generale, da applicare, ogni qual volta si intende riprodurre su un supporto le proprie opere digitali. Uno dei problemi complessi a cui bisogna ovviare, che riguarda appunto la fase di trasferimento dall’opera ottenuta da software in stampa, è il colore esatto percepito a video, che è possibile riottenere attraverso la calibrazione e profilazione del monitor usato. Questa procedura consente la realizzazione di programmi specialistici e con  strumenti tecnici di misura:  spettrofotometri o i più economici colorimetro.

Nella pittura digitale l’oggetto finale è generalmente un bitmap, anche se spesso accompagnato da scelte stilistiche che privilegiano il vettoriale.  La differenza fra le due metodi usati consiste sostanzialmente nella risoluzione di stampa riferita ai formati e nella metodologia tecnica usata. Difatti mentre una stampa da bitmat necessita di una alta risoluzione, nella sua fase di realizzazione attraverso software ( numero di pixel per centimetro ), quella ottenuta da vettoriale è il prodotto di una equazione matematica dinamica che, in fase di progettazione del manufatto, può assumere indifferentemente grandezze diverse, vista la non mutazione, in termini di qualità dell’immagine. Per questo un’immagine bitmap non può essere ridimensionata senza perdita di qualità;  per lo stesso motivo si preferisce sempre realizzare un’opera digitale in un formato più grande rispetto a quello che si vuole stampare.

Nonostante la palese ricchezza espressiva che questa metodologia offre, la digital art deve ancora guadagnarsi l’accettazione e il riguardo concessi a forme d’arte, storicamente consolidate, come pittura, scultura, disegno, soprattutto a causa dell’erronea impressione di molti convinti che la realizzazione dell’opera d’arte sia del computer e non dell’ingegno di chi passa mesi dietro la realizzazione di un lavoro..così il detto”a farla è il computer”. E’ Necessario riflettere e comprendere che l’uso di computer e stampanti altro non è se non uno strumento, esattamente come i pennelli, le tele, i colori; i risultati che si ottengono con questa metodologia richiedono competenze notevoli nel settore della pittura e delle mestiche tradizionali, oltreché conoscenza profonda sull’uso del software utilizzato. 

                                        

Alla fine chi si occupa veramente d’arte, anche solo per curiosità intellettuale cercherà, insieme ad altre,  anche informazioni sulla tecnica usata, ma la sua attenzione sarà rivolta, come per tutti gli altri manufatti d’arte, principalmente alla poesia che, solo una vera opera d’arte, è capace di trasmettere attraverso la poetica dei suoi contenuti, proprio come dalle immagini dell’articolo che raccontano della nuova produzione.  E’ utile, in questo contesto, fare appena un cenno sulle tecniche che e metodiche artistiche del secolo passato attraverso due opere del nostro novecento che, nel superamento del linguaggio artistico allora corrente, la fontana ( ricavata da un orinatoio rovesciato ) di Duchamp e la testa di toro di Picasso ( costruita con un vecchio sellino e manubrio di bicicletta ) posero le basi per il superamento dei luoghi comuni relativi alle capacità degli artisti misurata, anche allora, con solo le conoscenze tecniche senza far caso alla più importante e determinante conoscenza e sensibilità gestionale di tutto ciò che è utile alla creazione.

      

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