Le prostitute non sono poveracce (almeno economicamente)…. Guadagnano tantissimo Fanno eccezione, alcune delle ragazze straniere che non riescono ad affrancarsi in tempi brevi da chi le ha introdotte in Italia. Nel 99% dei casi sono straniere che tardano a denunciare gli sfruttatori. Le cifre vanno dai 2-3000 fino ai 18-20.000 euro al mese. Le più povere sono le ragazze di colore, che sono anche quelle a più buon mercato.Le più ricche quelle che lavorano in casa e mettono annunci sul giornale o su internet e possono arrivare fino a 500-1000 euro per cliente. Il giro d’affari della prostituzione è stramiliardario. Le 40-50.000 donne che battono i marciapiedi o aspettano sui divanetti degli “studi attrezzati con aria condizionata” guadagnano, in media,circa 4-5000 euro al mese, per un mercato che viaggia tra i 2 ed i 3 miliardi di euro l’anno. Le prostitute tuttavia non sono solo donne e allora,vanno considerati anche gli uomini(trans e quei pochi gigolò),circa 15.000,guadagnano intorno ai 6000 euro al mese,per un giro che si aggira intorno al miliardo di euro all’anno. Il mercato globale del sesso a pagamento in Italia,si aggira sui 3-4 miliardi di euro l’anno, |
Ogni volta che si parla di prostitute, vengono fuori gli stessi discorsi. A seconda degli orientamenti politici,ideologici o religiosi,si tende a percepire le prostitute come “benefattrici” del genere maschile o come delle poverine sfruttate. Da una parte ci sono quelli che vorrebbero riaprire le case chiuse e “legalizzare” quello che non è reato, dall’altra, i sostenitori della teoria dello sfruttamento, per la quale, ogni donna che vende il suo corpo, è in qualche modo sfruttata (i trans sfuggono ai discorsi dei difensori delle donne/prostitute, pare che lo sfruttamento per loro non esista). In mezzo ci sono i moralisti, divisi tra chi vorrebbe punire gli sfruttatori e salvare le fanciulle e chi vorrebbe che sparissero tutti dalle strade. Senza dimenticare quelli che vorrebbero le prostitute in galera, gli abitanti delle vie “battute” che si accontenterebbero di non averle sotto casa e migliaia di uomini (e qualche donna) che spendono i loro soldi alla ricerca di sesso facile. Alcuni sindaci italiani hanno pensato di risolvere il problema, multando i clienti e le prostitute o videosorvegliando le strade. Alcune ragazze e ragazzi si sono spostati in comuni “meno virtuosi”, altri sono andati via dalle strade per continuare il meretricio nelle
case o dentro i camper. Cosi la prostituzione aiuta altri attori, i proprietari di case che affittano a prezzi esorbitanti ed i giornali che pubblicano gli annunci. Intervistando le prostitute si scopre un mondo fatto di libera scelta, “sempre meglio che lavorare” – mi dicono, oppure di sfruttamento più o meno marcato.
Le “schiave” del sesso (picchiate, affamate, abusate, costrette) non sono che una piccolissima minoranza, le altre si dividono tra “imprenditrici” di se stesse e di “operaie”. |