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Un’Arte antica per una espressività contemporanea

Un’Arte antica per una espressività contemporanea.

Oggi, se può farvi piacere, vedremo insieme una piccola parte della collezione di stampe in mio possesso. Sono anch’io un incisore ds sempre affascinato da questa capacità che legano a filo doppio le abilità incisorie con quelle scultoree nella realizzazione di progetti complessi che dovranno contenere al proprio interno la capacità di visualizzare anche immagini tridimensionali.

La stampa in rilievo è il prodotto di una matrice ricavata, di solito su legno, nella quale le parti scavate diventano i bianchi e le parti invilivo i neri, proprio come si procede per la costruzione di un timbro.

Questa procedura prende il nome di xilografia la cui tecnica è stata ampiamente usata , nei secoli in oriente ed occidente, per ottenere riproduzioni in serie di una immagine. Le matrici in legno vengono preparate a seconda della definizione di stampa che si intende ottenere. Esistono così le matrici ottenute dal legno di filo ( supporti ottenuti dal taglio longitudinale del legno o dalla sua lavorazione in forma di compensato), solitamente usate per ottenere stampe di qualità pittorica, come quelle bellissime provenienti dal Giappone, ma anche usate, in maniera particolare insieme ad altri materiali teneri (linoleum, gomme, impasti compressi di sughero), durante l’epopea espressionista.

La tradizione Europea predilige di solito una qualità dell’incisione più dettagliata che trova radici  nell’editoria inglese, fra la fine del 700 e gli inizi dell’800.

Abilissimi disegnatori preparavano i disegni su una sorta di velina che veniva incollata cl rovescio e quindi consegnata ai maestri intagliatori che le incidevano su legno di testa, attraverso sgorbie, coltelli, bulini e bulini a pettine di varie dentature usate soprattutto per l’incisione dei metalli. Nel caso specifico usate per la produzione di matrici per la stampa tipografica.

Uno degli sviluppi più interessanti di questa tecnica la si è avuta in Sardegna dove il legno, anche per la mancanza di industrie che vedessero la lavorazione dei metalli ed il loro utilizzo su ampia scala,  veniva privilegiato, peraltro già componente principe di tutte le particolari lavorazioni artigianali con l’uso del legno di castagno .

Così sin dai primi anni del ‘900 si sviluppa una scuola di incisione che produce generazioni di artisti incisori. Fra alterne vicende questa è una tradizione che è ancora presente ai giorni nostri. Cominciata con una scuola comunale di incisione pensata guidata e gestita da Stanis Dessy, confluita immediatamente dopo nell’allora istituenda scuola d’arte a Sassari, divenuta in seguito l’istituto d’arte per la Sardegna, ha promosso con le sue rassegne e premi nazionali di incisione la divulgazione di questa tecnica.

La mia collezione, in parte ereditata altra acquistata, insieme al possesso di alcuni numeri monografici della rivista EROICA, fondata e diretta da Ettore Cozzani che nasce, in quegli anni con il proposito editoriale di valorizzare le forze creative nazionali occupandosi dichiaratamente di ogni aspetto dell’arte e che diviene subito importante per il suo carattere innovativo. La rivista curiosa dei nuovi giovani talenti contemporanei, sia italiani che europei, quando esce con il primo numero, il 30 luglio 1911,  ha per sottotitolo Rassegna d’ogni poesia.  la rivista si qualifica per le qualità formali: la scelta della carta a mano, le copertine a colori, le illustrazioni xilografiche, quasi sempre tirate da matrici originali ed estremamente curate nella stampa.

Vedremo assieme solo alcune delle opere, fra le tante, che mi appartengono.

Stanis Dessy, Arzana 1900 – Sassari 1986

Le xilografie che osservate sono frutto di una grande perizia disegnativa. Difatti sono prima state disegnate a mano con pennino ed inchiostro di china e poi maniacalmente incise. Sono chiaramente frutto di un immaginario che trovava ispirazione in una realtà locale. Varie le partecipazioni alle Biennali di Venezia, dove nel ’40 gli viene dedicata una personale.

Mario Delitala. Orani 1887- Sassari 1990.

Il suo approccio all’incisione é sicuramente pittorico. Le forme e i segni pur utili al racconto si concedono spazi e raffigurazioni irreali, modernissime nel recupero di alcuni spazi pittori medioevali. Fonda la scuola del libro di Urbino di cui diviene direttore e dove ancora oggi è osannato. Presente a varie edizioni della Biennale di Venezia dove nel ’36 vince il  Premio Presidenza Biennale.

Giuseppe Biasi. Sassari 1885 – Adorno Micca 1945

L’attualità e la continuità della pratica xilografica possiamo trovarle nelle opere seguenti.

Gabriella Corso,  Sassari 1946. La matrice incisa viene stampata su fogli, precedentemente preparati con la tecnica del monotipo ( pittura ad olio su vetro stampa su carte in uno o più esemplari ). La poetica che sempre persegue il sogno di libertà della dimensione femminile le racconta, fra la favola e sicuramente la poesia, in piccoli rivoli di un tempo sempre immobile uguale a se stesso.

  

Emma Lazzaroli. Cagliari 1958

Le matrici intagliate raccontano un mondo grigio e asettico. Le stesse sovrapposizioni sono di nero su nero dove detto un ordine ,solo apparente vivono forme che si relazionano fra divoro dentro uno spazio definito. Quando somigliano a qualcosa di reale entrano comunque nella logica raccontata.

Marco Ippolito. Sassari 1960

I suoi studi xilografici esaminano con il microscopio le illustrazioni xilografiche ottocentesca, ne raccolgono dei particolari che, ingranditi vengo reincisí su grandi matrici di trucioli di legno compresso e restituiti in pochissimi esemplari dalla stampa xilografica.  Una indagine filologica che tenta, riuscendovi, il recupero linguistico-formale della tecnica espressiva guadagnandole una nuova  ed attuale esistenza.

   

Roberto Puzzu. Sassari 1950

Opere costruite con la tecnica mista della xilografia e fine-art.

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