HomeEditorialiLa Regione Rossa che non significa più Comunista. Eleviamo Scudi e bandiere per il rispetto del MID

La Regione Rossa che non significa più Comunista. Eleviamo Scudi e bandiere per il rispetto del MID

E’ molto probabile che la gran parte dei nostri ragazzi non sia stata informata, in famiglia o a scuola, del fatto che una volta per  zona rossa” si intendeva una realtà in cui governavano i comunisti. Forse sono ancora di meno le persone che ricordano che i democristiani, spesso spalleggiati dai parroci, oltre ad affiggere manifesti con un grande scudo crociato inneggiante alla “Libertas”, per accaparrarsi i  voti di elettori sprovveduti, non esitavano a definire, i loro avversari come “mangia  bambini”. L’’altra parte, innalzando bandiere rosse con “Falce e martello”, replicava con slogan di stampo sovietico  del tipo “la verbosità dei preti è l’arma dei nostri nemici”. 

  Fu così che diverse regioni, in particolare Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Lombardia, guadagnarono l’appellativo di Rosse ed altre, tra cui l’Abruzzo quello di Bianche. Oggi ci sono ben altre fazioni in campo, da una parte i cittadini assennati e rispettosi di se stessi e degli altri, dall’altra i rappresentanti in terra della categoria dell’assurdo, Negazionisti, No-Vax, complottisti o scettici che dir si voglia.

  Ma il colore rosso, quello della pandemia, avvolge  indifferentemente la mente e il corpo di tutti, a prescindere dalle idee e dalla ideologie di ciascuno. Siamo in Primavera, dovremmo goderci la splendida fioritura dei mandorli e dei prugni,  ma  continuiamo a coltivare il sogno di uscire dall’incubo in cui ci ha immersi il soffocante parassita. Non più tardi di una settimana fa, commentando, in questo stesso spazio, l’episodio dell’aggressione all’agente di pubblica sicurezza in servizio di controllo delle misure anti-Covid, avevamo augurato al giovane autore dell’episodio più che deplorevole, come pure a tutti i suoi compagni, di ritrovare presto il giusto equilibrio per poter affrontare il futuro con serenità.

  Con ’ampliamento del campo delle somministrazioni dei vaccini abbiamo pensato di intravvedere uno spiraglio, confortati da quella che abbiamo definito “la parte sana della nostra gioventù,  che si dimostra ligia al rispetto delle tre  semplici regole per la prevenzione fissate

sin dai primi giorni di allarme:  Mascherina, Igiene delle mani Distanziamento  (MID).

   Non posso nascondere il senso di frustrazione che provo per il ritorno in Zona rossa di decine di realtà del nostro Abruzzo a partire dalla prossima settimana. Non è una sensazione legata alle restrizioni a cui sarò sottoposto personalmente. Ho metabolizzato a sufficienza il periodo “semi-monacale” iniziato a marzo 2020 e data la particolarità  delle mie attività professionali ( associazionismo, sindacato, giornalismo)  e dei miei interessi (lettura, sport, hobbistica )  mi sento addirittura “privilegiato” per poter disporre di spazi e strumenti che mi permettono di “lavorare” con soddisfazione sia a distanza che in presenza. E’ la limitazione del lavoro degli altri, commercianti, artigiani, ristoratori, trasportatori, imprenditori e agenti del  turismo che preoccupa. Il loro livello di redditività scende a vista d’occhio (letteralmente) come dimostrano le tante serrande abbassate e il vuoto desolante che avvolge le stazioni invernali  e quei pochi negozi ancora aperti che non appartengono al settore alimentare.  A nulla sono valsi gli appelli del Papa al rispetto del MID mentre in Russia non mangiano i bambini, ma li vaccinano con lo Sputnik. Nell’epoca in cui le gesta di Gagarin e di Amstrong sembrano appartenere alla preistoria, arretriamo in Zona rossa. Anche su questo numero della Rivista della domenica  spaziamo su temi che vanno dalla Salute all’Economia, dalla Pittura alla musica, dalla Poesia ai problemi dell’Educazione e dell’Immigrazione, tutti con un non velato sfondo pedagogico. E’ un invito ad approfondire, perché nella quotidianità, non troviamo il tempo di andare oltre la superficie Non è più tempo di slogan ma di affinare la sensibilità.

  Per “iniettare” nell’animo dei nostri figli il rispetto del MID che è sinonimo di VITA è necessario che si elevino scudi e si sventolino bandiere  contro l’indifferenza e l’ottusità.

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