HomeEdizioniGiornata della Memoria, insignito con la medaglia d’Onore il cittadino avezzanese Attilio Ruscitti

Giornata della Memoria, insignito con la medaglia d’Onore il cittadino avezzanese Attilio Ruscitti

È stata consegnata oggi 27 gennaio 2021, giornata della Memoria, dal prefetto dell’Aquila dott.ssa Cinzia Torraco la medaglia d’onore per i cittadini italiani deportati ed internati nei campi di concentramento. In particolare, ha ricevuto il riconoscimento postumo il cittadino avezzanese Attilio Ruscitti, la cui medaglia è stata consegnata al nipote Gianmaria Alessandro Ruscitti alla presenza del vice sindaco del capoluogo marsicano dott. Domenico Di Berardino.

La cerimonia, svoltasi presso la sede della Prefettura, nonostante le rigide prescrizioni anti-covid, ha rappresentato un momento altamente istituzionale, con un commovente ricordo delle persecuzioni e della vita nei campi.

Il cittadino Attilio Ruscitti venne fatto prigioniero dopo l’armistizio dell’8 settembre, quando appena ventenne serviva nel regio esercito italiano in qualità di artigliere sulle coste greche, e deportato lungo la Jugoslavia fino in Austria, ed internato nel distretto militare di Linz, in uno dei molteplici sottocampi di lavoro del campo di concentramento di Mauthausen.

Lì affrontò la fame, le torture, la malattia, i tremendi lavori forzati. Nonostante la sofferenza, non accettò mai le offerte dei nazisti di imbracciare le armi per le SS e per il Duce.

L’ultima parte della prigionia la passò a servizio in una fattoria austriaca, ridotto a schiavo da picchiare e sfruttare, ma dove oltre le angherie del “padrone” conobbe anche la gentilezza di alcune donne, che lo aiutarono a sopravvivere.

Quando venne liberato, il sergente italoamericano gli consegnò una pistola, dicendogli in dialetto siciliano “fai quel che devi fare e andiamo via”, lasciandolo solo con il suo torturatore austriaco. Attilio Ruscitti però già conosceva la forza del perdono, e preferì abbracciare riconoscente l’anziana signora e la giovane ragazza che gli avevano passato di nascosto il cibo. Se ne tornò a piedi dall’Austria fino in Abruzzo, senza aver usato neppure un proiettile, e senza volere o mai cercare vendetta.

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