HomeCalcioRipartenza Eccellenza, il Sambuceto si oppone. L’Avezzano picchia su Spadafora: “Cultura malata”

Ripartenza Eccellenza, il Sambuceto si oppone. L’Avezzano picchia su Spadafora: “Cultura malata”

Il nuovo DPCM del governo è in arrivo, la situazione legata ai campionati dilettantistici non è però ancora chiara: sarà domani, probabilmente, il giorno decisivo per capire se e come si potrà riprendere con gli allenamenti dall’Eccellenza in giù. Se il massimo campionato regionale sembra quello più “papabile” di una veloce ripresa, i dubbi sono fortissimi per Promozione, Prima e Seconda Categoria. Verso lo stop definitivo, invece, la Terza (che in Abruzzo non è mai partita).

Anche in Eccellenza, comunque, le posizioni sono differenti. Se alcuni club si sono espressi in modo chiaro per la ripartenza (si pensi a L’Aquila ed alle grandi manovre del Lanciano), dall’altra parte alcuni sono pronti a fermarsi in modo definitivo. E’ così curioso il caso di stamattina, quando prima il Sambuceto ha richiesto a mezzo social che “il campionato di Eccellenza non può essere considerato un campionato a rilevanza nazionale almeno per la stagione corrente. Non siamo noi a dirlo, ma la stessa Lega Nazionale Dilettanti”. Subito dopo il commento, un post di “Youtvrs” in cui si afferma che per l’Eccellenza “molte società gridano allo stop”.

Posizione diametralmente opposta, in un comunicato stampa rilasciato stamattina, quella dell’Avezzano: il club del presidente Paris, che addirittura è alle ultimissime battute per vincere la battaglia contro il virus, ha specificato che ha sottolineato la necessità di affrontare il problema Covid con la ripartenza. “I problemi si affrontano, non si procrastina a tempo indeterminato sperando svaniscano o si attenuino sensibilmente. Oggi abbiamo gli strumenti per farlo, lo vediamo applicato in altri campionati italiani e all’estero dove non gioca solo una categoria dilettantistica, contrariamente a noi” ha dichiarato il club biancoverde, che non ha mancato poi una severa critica all’atteggiamento indispettito del ministro Spadafora davanti alle critiche: “Il calcio è un’attività importante come tutte le altre e merita rispetto. L’obolo del ministro Spadafora, mensilmente ostentato in maniera greve (e si indispettisce quando qualcuno osa proferire una critica invece che prostrarsi deferente), è la dimostrazione di una cultura malata che si annida nei meandri del Paese: pagare i cittadini e lavoratori per renderli apatici al fare, poichè considerato non indispensabile, invece che sostenere le rispettive attività di grande rilevanza sul territorio. Elargire soldi a pioggia, peraltro abbondano storie di abusi e truffe, piuttosto che sostenere la ripartenza in sicurezza spendendo meno; ecco il modus operandi deprecabile che umilia lo sport: meglio tenere sussidiati inattivi e non ripartire anche grazie ai tamponi, come nei lavori mai interrotti dove non è possibile mantenere la distanza, infatti certe società stanno sottoponendo i tesserati a test a proprie spese per allenarsi in sicurezza. In Serie D è uscito un contributo a fondo perduto di 6.000 euro per spese di prevenzione Covid”.

Chiarissimo il messaggio finale del club biancoverde: “La situazione in Italia è inaccettabile e non c’entra quasi nulla l’ormai celebre curva dei contagi, invero è frutto di errori e inerzia umani a cui bisogna porre rimedio prima di essere travolti dagli eventi più di quanto già non avvenuto a nostro discapito. L’ECCELLENZA DEVE TORNARE IN CAMPO PRIMA POSSIBILE”

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