HomeAttualitàL’editoriale. Sentenza del Tar: Marsilio ne esce male, il Governo malissimo

L’editoriale. Sentenza del Tar: Marsilio ne esce male, il Governo malissimo

L’Abruzzo torna zona rossa, appena per un giorno, nel penultimo weekend prima di Natale. E’ l’unica regione d’Italia ad esserlo, lo è da più tempo di quello che dovrebbe visto l’anticipato declassamento richiesto a Novembre dal presidente Marsilio e lo resterà ancora per tutta la giornata di oggi, dopo aver “assaporato” cinque giorni di zona arancione.

Si chiudono i battenti, per farla breve, i negozianti tirano giù le saracinesche, le limitazioni delle libertà di movimento riprendono vigore e bloccano i cittadini dentro casa. Nuovi stop, mentre i giorni topici per l’economia locale, in sostanza, passano, e la stessa resta ancorata a dei minimi storici che rappresentano un momento disgraziato e mai così nero.

Un brutto colpo, bruttissimo se si pensa che, se non altro, negli ultimi cinque giorni l’ordinanza di Marsilio aveva spostato la Regione in zona arancione ed aveva permesso di provare a passare un ponte dell’Immacolata vicino alla decenza. I dati epidemiologici dell’Abruzzo, tra l’altro, sono buoni: non ai livelli di una regione gialla, perché il parametro dei posti letto continua ad essere ovviamente un cruccio e quanto accaduto in particolare in provincia dell’Aquila è ancora negli occhi di tutti; ma non sono dati da zona rossa, decisamente, e non lo sono più da tempo: è solo per quelle lungaggini burocratiche che i 5 Stelle e lo stesso Conte avevano giurato di combattere che vi si trova ancora.

L’impugnativa di Speranza e Boccia, sfociata in un provvedimento cautelare (la nota sospensiva del Tar, dato che va ricordato che lo stesso tribunale regionale amministrativo si esprimerà nel merito soltanto a Gennaio), rimette l’Abruzzo per 24 ore in zona rossa. Una dimostrazione di forza che, ovviamente, annichilisce l’operato di Marsilio ma non ne scolora la figura, non ne minaccia la posizione; colpisce soltanto, in definitiva, gli abruzzesi.

Marsilio non ne esce bene, questo va detto e ricordato, perché aveva vantato ragioni giuridiche alla base del suo gesto, difese tecniche da presentare e motivi di diritto a cui appellarsi: queste non sono state in alcun modo riconosciute dal Tar (almeno, sottolineiamo, fino ad ora); la sua rivolta, insomma, muore nella culla e termina con delle recriminazioni che non ricordano nemmeno per errore la baldanza con la quale il tutto era partito. Della serie: se ci avete creduto, peggio per voi. Ma non ne esce bene nemmeno il capriccio del Governo, con Boccia e Speranza che mostrano i muscoli colpendo però gli esercenti abruzzesi invece che l’uomo della Meloni, facendo capire che loro due, alla fin fine, seguono sempre lo stesso mantra: comandano, certo, il loro ministero glielo permette, ma non comprendono. 

Ed in questo momento, alla guida di una nazione che muore, servirebbero spiriti e dimostrazioni di buon senso diametralmente diversi. Ma comprenderlo non è per tutti. 

Giovanni Sidoni

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