HomeAttualitàDal malcontento ad un punto d’incontro? Macchè! Conte: “Le misure non sono in discussione”

Dal malcontento ad un punto d’incontro? Macchè! Conte: “Le misure non sono in discussione”

Non sembra placarsi la polemica intorno alle nuove misure introdotte dall’ultimo DPCM di Giuseppe Conte: “l’avvocato del popolo” (un popolo che chiede disperatamente, a quanto pare, una revisione delle stesse) alla guida del governo giallorosso, infatti, ha stamattina rilasciato una lunga intervista sulle pagine de “Il Fatto Quotidiano”, sottolineando in particolare che “le misure non sono in discussione. Piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza“. Speranze annichilite, dunque, per chi sperava di trovare un punto d’incontro dopo le ampie proteste degli ultimi giorni da parte di un popolo italiano stremato, illuso dopo di mesi di lockdown generalizzato di essere finalmente arrivato a vedere la luce in fondo al tunnel: le misure imposte da Conte, per farla breve, potranno anche essere non condivise (la condivisione, ricordiamo, dovrebbe essere uno dei presupposti delle normative giuridiche), ma di certo non sono in discussione.

Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente. Puntiamo a ridurre momenti di incontro e afflusso sui mezzi” ha spiegato ancora Conte, che poi non ha atteso oltre per lasciar partire una stilettata ai danni di Matteo Renzi e di Italia Viva, ree di aver discusso pubblicamente la ragionevolezza del decreto: “La politica non soffi sul fuoco del malessere sociale per qualche consenso nei sondaggi” ha chiosato il Presidente del Consiglio. La maggioranza sia allineata e compatta, dunque, guai a non allinearsi ora con quanto statuito dal Governo.

A quel punto, Conte ha spiegato al giornale quanto non aveva narrato nel momento della divulgazione al pubblico del DPCM, e cioè la ratio del Governo dietro le chiusure dei locali. Che non sarebbero, dunque, direttamente responsabili del contagio, ma “uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti“. Così si sono diminuite “le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero di contatti rendendo così più facile fare i tracciamenti. Ora è il momento della responsabilità”.

Un commento sulla decisione di chiudere anche il mondo dello spettacolo, che pure focolaio di contagi non pareva ed ora rischia di morire definitivamente: “E’ una decisione che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi“. Così, senza colpo ferire. Chiusura sui ristori, per un’economia che riceverà un colpo probabilmente letale da questo DPCM, che l’opinione pubblica non crede terminerà davvero a Novembre e che rischia di compromettere irreparabilmente il periodo di Natale: “Ho apposto la mia sottoscrizione solo quando siamo stati sicuri di potere approvare nel Cdm un decreto-legge che consentirà di erogare ristori immediati e misure di sostegno. Siamo costretti a fare questi ulteriori sacrifici. Ma non intendiamo affatto rinunciare alla bellezza, alla cultura, alla musica, all’arte, al cinema, al teatro”. 

Contenti? Sì? No? Non importa: tant’è. 

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